Firenze, 10 novembre 2022 - Una sera quasi estiva assieme all’amica del cuore e a un compagno di classe, a casa di un altro conoscente un po’ più grande. Il brivido di sentirsi adulti, la voglia di vita e il desiderio di nuove scoperte. Ma c’è un tempo per ogni cosa e quella sera di fine maggio per lei, quindici anni, non era ancora il momento. Ma lui, un anno in più e poco rispetto per i suoi no, lo ha voluto.
Per forza. Con le minacce e anche con l’alcol, assunto e, secondo le indagini anche fatto assumere, forse per spianarsi la strada. E dopo, resosi forse conto del danno, le ha offerto perfino dei soldi per zittirla.
"Ha abusato di me", trovò infine la forza di raccontare la ragazzina ai genitori, che a loro volta si sono recati dai carabinieri di Scandicci, immediata periferia di Firenze, a denunciare quanto sarebbe accaduto alla loro figlia. Erano passati tre mesi, e il tempo trascorso non ha aiutato gli inquirenti. Ma gli inquirenti sono riusciti lo stesso a recuperare il tempo perduto "con accorta e puntuale ricostruzione", come si fa notare in ambienti investigativo. Da lì, si è attivata un’indagine riservata e delicata, condotta di pari passo tra la procura dei minori, diretta da Antonio Sangermano, competente per il presunto reato commesso dal sedicenne, e quella ordinaria, che, con il sostituto procuratore Benedetta Foti, sta ancora valutando ruolo e responsabilità del maggiorenne, “padrone di casa“.
Il 16enne, che nei giorni scorsi ha subito una perquisizione, davanti ai carabinieri si sarebbe difeso sostenendo che la ragazza era consenziente: è indagato per violenza sessuale con abuso delle condizioni di inferiorità psichica o fisica e per minacce.
Dal racconto della ragazzina, emerge che quella sera, inizialmente, c’era anche un’altra coetanea: entrambe avevano infatti raccolto l’invito del compagno di scuola e dell’amico più grande. Ma poi, rimasta sola con il 16enne, questi avrebbe iniziato a molestarla, approfittando anche del fatto di aver bevuto. Un modo, forse, per aver più facilmente ragione della resistenza opposta dalla giovane.
Dopo aver lasciato l’appartamento, sotto choc, la ragazza si è confidata con l’amica. Ma per lei s’è innescato anche un doloroso travaglio interiore: dire, non dire, cosa dire. La vergogna. Tre mesi da incubo fino a quando ha trovato il coraggio di confidarsi con mamma e papà.
Nella perquisizione all’indagato, sono stati sequestrati un cellulare e un computer, oltre ai vestiti e alle scarpe che il 16enne avrebbe indossato la sera della violenza.