Mercoledì 24 Aprile 2024

L’insostenibile accusa di Macron

Bruno

Vespa

Si fa molta confusione nel catalogare le persone che arrivano via mare dall’Africa e vogliono sbarcar in Italia. Per naufraghi si intendono persone che hanno avuto un infortunio durante la navigazione, la loro barca rischia l’affondamento e richiede quindi un immediato soccorso. L’Italia non si è mai sottratta al soccorso e spesso lo ha fatto anche fuori delle proprie acque territoriali.

Le persone più facoltose (o meno povere) pagano uno scafista di qualità che le accompagna quasi sempre senza rischi all’appuntamento prefissato con la nave di una Ong che li accoglie a bordo e li accompagna in Italia senza rischi né permessi. Le persone più povere si affidano a scafisti improvvisati che li imbarcano su navigli minori. Se non naufragano, arrivano per proprio conto sulle coste italiane. Vengono accolti e assistiti senza difficoltà.

Le persone che sbarcano in Italia si dividono a loro volta in migranti economici e rifugiati politici. Questi ultimi sono una percentuale ridottissima. La maggioranza arriva sperando di migliorare il tenore di vita. Esigenza comprensibile, ma incompatibile con una accoglienza generalizzata. La differenza tra Italia e Francia sta qui. Quest’anno, la polizia di frontiera francese ha identificato 63.404 persone, di cui il 98% ucraini. Doverosa accoglienza. Nello stesso periodo, ogni giorno respinge alla frontiera di Ventimiglia 80 migranti economici. Nel 2021 la metà dei 108mila arrivati in Francia lo ha fatto per ricongiungimento familiare. Solo 8mila erano migranti economici e tra i profughi veri la maggioranza (12mila) era afghana. I 90mila arrivati in Italia quest’anno sono quasi tutti mossi da ragioni economiche. Per questo la posizione francese è insostenibile. Continueremo ad assistere chi ne ha bisogno, ma nessuno può imporci di trasformarci nel terminal passivo di traffici oscuri rinunciando a qualunque parvenza di sovranità nazionale in favore di persone che non fuggono da guerre.