L’iniezione di fiducia dei vaccini. Sette su dieci prenotano le vacanze

Il 90% preferisce restare nel Belpase. L’anno scorso meno della metà degli italiani preparò le valigie

Mare meta preferita da chi parte, seguita dai monti Le città d’arte segnano il passo

Mare meta preferita da chi parte, seguita dai monti Le città d’arte segnano il passo

Dove vai in vacanza? L’anno scorso la risposta sconsolata per la maggioranza delle persone (52,2%) alla fine di maggio era: da nessuna parte. Con una sola parola a spiegare tutto: Covid. Il Covid c’è ancora, ma le cose ora sono cambiate. Sette italiani su dieci (71,1%) hanno già la prenotazione in mano e intendono farsi il bagno in pantaloncini corti, o indossare i bermuda per fare escursioni in montagna o per girare tra le strade di città-museo come Roma, Firenze, Venezia. Il biglietto per quelle che promettono di essere le prime ’vere’ ferie dopo la cesura del Coronavirus è arrivato per una volta in forma non cartacea ma di siringa. Già, tutto merito del vaccino.

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Dalla ricerca realizzata dall’Agenzia QuorumYoutrend, commissionata da Wonderful Italy emerge che quasi il 70% degli intervistati ritiene che la campagna di questi mesi abbia influito molto (20%) o comunque abbastanza (46.9%) sulla scelta di partire. "C’è molta più fiducia rispetto al 2020 – spiega Antonio Rainò, responsabile Ufficio studi e Marketing di Wonderful Italy – la gente si è mossa prima del previsto". Senza immunizzazione, insomma, di vacanze non parleremmo ancora per un bel pezzo. E non si tratta solo di quelli che raggiungono le seconde case o degli habituè avvezzi a prendere in affitto la casa (36,3%) nel solito posto. Grazie a una ritrovata serenità, il 35,7% sceglie di trascorrere le ferie in albergo. Ma l’incrocio tra vaccini e Covid ha determinato anche altre scelte: nove italiani su dieci (90,8%), infatti, optano per il Belpaese.

L’estero è temuto un po’ perché i controlli in entrata ed uscita lo sconsigliano, un po’ perché vedi mai ci si dovesse trovare nella situazione indiana, chiusi in aeroporto senza poter ripartire. La paura è scemata, ma non finita. Meglio restare in Italia. Probabilmente un impatto, difficile da quantificare, avrà avuto anche la difficoltà logistica di farsi inoculare la seconda dose in un posto diverso da quello di residenza. Ciò non toglie che un terzo degli intervistati sia disponibile a fare più di 500chilometri per raggiungere il luogo di villeggiatura. Il mare resta in cima alle preferenze (61,7%) la montagna piace al 19,5% mentre le città d’arte segnano il passo (10,2%): un dato scarno, che però è sempre il doppio dello scorso anno. Comunque, comprensibile: il ritorno alla vita coincide con la ricerca di riposo e divertimento.

Non a caso, è il relax ciò che l’81,3% chiede alla vacanza. Può sembrare una banalità assoluta, e probabilmente lo è, ma significa pure che per questo anno di vacanze intelligenti se ne parla poco. Rilassarsi, dunque, ma fino a un certo punto. Finiti i tempi in cui andare in ferie significava un taglio netto con la vita di tutti i giorni: Steve Jobs ha cambiato tutto. Complice la pandemia e lo smart working, l’assoluto distacco lo temono in molti: il wifi resta irrinunciabile per un terzo (34%) del campione. Sarà perché il peggio sembra alle spalle, o perché i protocolli di sicurezza sono dati per scontati ma non è più centrale la presenza di ospedali in villeggiatura. Insomma, nell’anno della ripresa sorridono tutti o quasi. Già: hanno poco da ridere i gestori delle discoteche, fermi da mesi, il cui conto è tutto in rosso, tanto che Maurizio Pasca, il presidente dell’Associazione Imprese di Intrattenimento di Ballo e di Spettacolo, si sfoga: "Il governo si è completamente dimenticato di noi. Sembra che non interessiamo a nessuno".