di Antonio Troise ROMA Bollette di energia e gas, il conto del supermercato che aumenta nonostante il carrello della spesa sia sempre lo stesso. Per non parlare del pieno del carburante, che diventa sempre più caro. I prezzi, insomma, corrono come non mai da nove anni a questa parte. E l’effetto sulle nostre tasche sta diventando sempre più evidente. Ce ne rendiamo conto anche senza la certificazione ufficiale arrivata ieri dall’Istat che ha corretto al rialzo le stime dell’inflazione di ottobre: dal 2,9 al 3%. Era da 2012 che non si toccava questo picco. A livello mensile, i prezzi sono saliti dello 0,7% contro il calo dello 0,2% di settembre. E il carovita, si sa, è un fenomeno perfido, perché si accanisce sui redditi più bassi, colpendo i beni di cui non si può fare a meno. L’allarme è doppio. Prima di tutto perché l’aumento dei prezzi porterà ad un vero e proprio salasso per i bilanci delle famiglie. Secondo i calcoli del Codacons, l’associazione dei consumatori, il conto sarà piuttosto salato: 922 euro in più all’anno per fare o acquistare le stesse cose. L’Unione nazionale dei consumatori, invece, si spinge a calcolare quali sono le città più care d’Italia: in testa alla classifica c’è Bolzano con rincari da 1.526 euro, seguita da Bologna (1.361 euro) e Padova (1.339 euro). L’aumento dell’inflazione rischia di ipotecare pesantemente anche le prospettive della ripresa economica post-Covid. A trainare i prezzi, neanche a dirlo, sono le materie prime. Certo, è un effetto congiunturale, dovuto alla ripartenza dell’economia dopo i mesi di lockdown. Ma il saldo è davvero allarmante: l’Istat calcola un rincaro dei beni energetici dal 20,2% di settembre fino al 24,9 di ottobre. Accelerano, sia pure in misura minore, anche i prezzi sui servizi relativi ai trasporti (da +2 a +2,4%), dei beni alimentari e ...
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