Mercoledì 24 Aprile 2024

Linea dura sui migranti Piantedosi: sbarca solo chi sta male

Il ministro: "Le navi delle Ong devono rispondere ai Paesi di cui battono bandiera. È la legge del mare". Gli fa eco Salvini: "Difendere l’Italia non è un reato ma un dovere". La Germania però non molla

Migration

di Alessandro Farruggia

Si incancrenisce la vicenda dei 1.075 migranti bloccati su 4 navi di Ong. L’Italia non molla nel chiedere una redistribuzione preventiva ai paesi di bandiera delle navi mentre l’Europa non ci sta e così per rompere l’impasse due delle navi – Humanity1 e Rise Above – hanno così deciso di forzare e sono entrate in acque territoriali italiane. Ma dal Viminale lei hanno avvertite che verranno fatte sbarcare solo ed esclusivamente le persone fragili.

In Consiglio dei ministri il titolare dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato la linea dura e ha avuto il plauso dei ministri. "Il governo italiano – ha detto la premier Giorgia Meloni – cerca di far rispettare quello che secondo noi è il diritto internazionale". E il problema è che secondo l’Europa la nostra interpretazione non è corretta. "Noi riteniamo – ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – che questo sia un problema che vada condiviso con i Paesi di bandiera. Quando si sale a bordo di una nave in acque internazionali é come se si fosse saliti su un’isola sotto l’egida di quel Paese. E questo dovrebbe far radicare gli obblighi di assistenza".

Ma è un fatto che gli stati di bandiera non ci stanno e due delle navi hanno deciso di procedere comunque, e sono entrate in acque italiane "senza ottemperare – ha detto il titolare del Viminale – alle richieste di fornirci l’identificazione delle persone a bordo, dove erano state salvate e quali erano le oggettive condizioni". E così si andrà allo scontro. "Abbiamo adottato un decreto interministeriale – ha annunciato Piantedosi – con cui abbiamo imposto alla nave Humanity1, quando arriverà, di fermarsi in rada. Potrà permanere nelle nostre acque territoriali solo per il tempo necessario per consentirci di vedere se a bordo ci siano eventuali emergenze di carattere sanitario o di altro tipo. Ci faremo carico di tutte le persone che hanno bisogno, come le donne incinte o i bambini. Rispettiamo le persone e le esigenze umanitarie: ma all’esito della verifica le persone che non rientrano dovranno rimanere a bordo e tornare in acque internazionali. Poi vedremo che succede".

"Verso Siracusa – ha poi annunciato il ministro – si sta dirigendo una seconda nave, più piccola (la Rise Above) sulla quale ci é stato segnalato che c’era un tentativo di rivolta a bordo, con condizione di precarietà di navigazione: non abbiamo ancora adottato un provvedimento ma tratteremo anche questa nave con il medesimo criterio". "Orgoglioso di aver firmato il provvedimento. Difendere l’Italia non è un reato ma un dovere" ha commentato il vicepremier Matteo Salvini.

Alla richiesta del governo italiano di una redistribuzione con i paesi armatori delle quattro navi, due tedesche e due norvegesi. I tedeschi per ora tacciono ma, potrebbero accogliere un parte dei migranti, una posizione per la quale si è detta disponibile la Francia. Ma la precondizione è: accoglierli prima in Italia. "Non dubitiamo un solo istante che l’Italia rispetterà il diritto internazionale – ha sostenuto il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin – Abbiamo detto all’Italia, e lo diciamo insieme alla Germania, che se quella nave umanitaria verrà accolta in Italia, anche noi accoglieremo una parte dei migranti, affinché l’Italia non si debba prendere carico da sola del fardello".

La posizione francese però non basta al governo italiano. "Quello francese è un segnale molto importante – ha detto il ministro Piantedosi – ma non riteniamo che risolva il problema della resposabilità dei paesi di bandiera". La Norvegia da parte sua si è chiamata fuor: "Ai sensi delle convenzioni sui diritti umani o del diritto del mare non abbiamo nessuna responsabilità". Per l’Europa, come sempre, la patata bollente è nostra.