L’incubo nucleare Putin all’angolo, testa il super missile Il Papa: fermatevi

Il sottomarino Belgorod si muove nel Baltico con le testate atomiche. Zelensky rilancia: "I soldati russi si arrendano o li uccideremo tutti"

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ROMA

Vladimir Putin non molla, Zelensky neppure, e il Papa lancia un disperato appello alla ragionevolezza, affinché il presidente russo blocchi l’aggressione e quello ucraino sia disponibile a una pace giusta.

Le forze dello zar sono demotivate, inferiori a quelle ucraine in numero, informazioni e tecnologia e cedono ancora, ultimo lo snodo chiave di Lyman, e lui tira dritto sull’annessione delle quattro regioni invase: oggi i trattati saranno trasmessi alla Duma ed entro mercoledì diventeranno legge. A quel punto, giura Mosca, i confini "del giorno dell’annessione" saranno difesi con ogni arma. Anche nucleare. Nessuno sa dove finisce il bluff. E ognuno tira dritto. "Qualsiasi uso di armi nucleari avrà serie conseguenze" avverte la Nato. In un’intervista, l’ex generale David Petraeus, già a capo della Cia, ha spiegato che "una risposta dovrà esserci ma non necessariamente nucleare, proprio per evitare l’escalation: distruggeremo – ha promesso - le truppe russe in Ucraina".

Per impressionare l’opinione pubblica Putin potrebbe anche effettuare test di due delle sei super armi promesse nel 2018: il siluro a propulsione nucleare Poseidon (un’arma con testata da 2 megatoni, difficilmente intercettabile, destinata a seminare distruzione in basi della marina e città costiere oltre che nei gruppi da battaglia della Us Navy) e il missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik (che una volta lanciato potrebbe colpire ogni punto del globo, ma a quanto pare ha problemi tecnologici e forse non sarà operativo). Il test del Poseidon (effettuato con il nuovissimo sommergibile K-329 Belgorod, da settimane salpato dal porto di Severodvinsk sul mar Bianco per la sua prima crociera operativa. O forse, più probabilmente, con il sommergibile B-90 Sarov dal quale fu testato nel febbraio 2019).

D’altro canto la consapevolezza che le proprie truppe possono vincere la partita se ben supportate dall’Occidente, rende Zelensky inflessibile. Dopo aver chiesto l’adesione alla Nato ( improbabile, a guerra in atto, ma 9 paesi Nato sono a favore) ha detto che ogni trattativa con Putin è impossibile e ieri ha mandato un messaggio ultimativo alle truppe di Mosca: "Arrendetevi o sarete uccisi a uno a uno".

A loro, per evitare che la guerra scivoli in un olacausto nucleare, si è appellato il Papa. "In nome di Dio, in Ucraina tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati" dice in un Angelus tutto dedicato al conflitto. Gli sviluppi degli ultimi giorni, dice, "aumentano il rischio di un’escalation nucleare". "Il mio appello – dice – si rivolge al presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte". Ma d’altra parte il Papa, "addolorato per l’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita", fa "un altrettanto fiducioso appello al presidente dell’Ucraina ad essere aperto a proposte di pace".

I negoziati, chiede il Papa, dovranno essere "capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma giuste". E tali saranno, sottolinea, "se fondate sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti di minoranze e legittime preoccupazioni". Come dire, la Russia restituisca le aree occupate, Kiev garantisca pienamente i diritti dei filorussi ed eviti di aderire alla Nato. Una base di trattativa sensata, fin troppo per Putin.

Alessandro Farruggia