L’incubo della guerra totale Pechino minaccia Washington "Cambi rotta o sarà la catastrofe"

Il ministro degli Esteri cinese rivendica il rafforzamento delle relazioni con la Russia di Putin. E attacca gli Stati Uniti su Taiwan e palloni aerostatici: "Così ci avviciniamo a un conflitto"

di Cesare De Carlo

Dopo l’Ucraina la Cina? E con la Cina la Russia e l’Iran? L’asse del male fa temere l’Apocalisse

prossima ventura, vale a dire un olocausto nucleare rispetto al quale l’Ucraina rimarrebbe un conflitto locale. Ne ha parlato ieri a Pechino, al Congresso del Popolo, Qin Gang, neo ministro degli Esteri. Sino a due mesi fa era ambasciatore a Washington. Un moderato apparentemente. Toni soft e aspetto pacioso come il suo presidente.

AMBIZIONI EGEMONICHE

Ben diverso il tono di ieri: "Se gli Stati Uniti non freneranno correremo verso il conflitto". L’assise annuale era chiamata a ratificare il terzo mandato del presidente dittatore Xi Jinping. E Xi è animato da ambizioni egemoniche conquistate nei trent’anni del comunismo spurio inventato da Deng Xiaoping e favorito dalla irresponsabile complicità di America ed Europa. Oggi la Cina è la seconda potenza mondiale in termini di Pil e insidia il primato militare degli Stati Uniti. Ha appena annunciato un poderoso aumento degli stanziamenti per l’Esercito di Liberazione: 7,2 per cento del budget statale, due punti più della crescita. 300 miliardi di dollari contro gli 800 assicurati annualmente al Pentagono.

TERZA PORTAEREI

Ma Xi ha deciso di bruciare le tappe. Presto avrà la sua terza portaerei e ordina la modernizzazione urgente dell’apparato militare. Priorità assoluta. Anche il suo esercito ha armamenti russi. E ha assistito con disappunto alle umiliazioni di quello di Putin in Ucraina. Di qui la cautela nei contronti di Taiwan. Di recente la piccola Cina democratica ha ricevuto aerei, missili e persino contingenti di truppe americane. Le tensioni dunque stanno raggiungendo il punto di non ritorno. Eccole.

L’ORIGINE DEL COVID

L’origine del Covid, innanzitutto. Secondo l’Intelligence americana e l’Fbi sarebbe sfuggito dal laboratorio di Wuhan. Involontariamente, nella più benevola delle ipotesi. Certamente non dal mercato degli animali selvatici. Ma due anni fa chi osava ipotizzarlo, qui in Occidente, era accusato di complottismo. Si tratta di una ricostruzione potenzialmente dirompente. Nonostante l’iniziale riluttanza il governo americano potrebbe vedersi costretto a chiedere risarcimenti trilionari. Le class actions sono già pronte.

"SACRO SUOLO"

C’è poi l’intenzione di Pechino di annettersi il "sacro" suolo di Taiwan. L’ha ripetuto ieri Qin. Ma Taiwan è protetta da un patto militare con gli Stati Uniti. E dunque un attacco ne comporterebbe l’intervento.

PATTO FORMALE

Per ora Pechino non avrebbe fornito alla Russia equipaggiamenti militari (come invece ha fatto la Nato con l’Ucraina). Ma l’intesa anche militare fra i due Paesi si manifesta in esercitazioni comuni e presto sarà formalizzata durante la visita di Xi a Mosca. "La nostra amicizia non ha limiti".

PALLONI E GRU

Quanto allo spionaggio, al di là dei metodi tradizionali, il regime comunista rivela una grande fantasia nell’inventarne di nuovi. Prima Huaweii, poi TikTok, dopo i palloni. Ora anche le gru dei porti. Sono gru gigantesche acquistate in Cina dove ovviamente costano di meno: sono dotate di sofisticati sensori che ne fanno – dice il Pentagono – "cavalli di troia". Tracciano provenienza, destinazione, contenuto dei container. Dunque anche di quelli che contengono forniture militari dirette dagli Usa all’Ucraina e a Taiwan.

PIRATERIA E COMMERCIO

Inoltre, ci sono le questioni del la solita pirateria tecnologica e dei soliti conflitti commerciali. Alcune multinazionali stanno rimpatriando le produzioni strategiche o si trasferiscono in Vietnam, nemico della Cina.

ACQUA SUL FUOCO

Infine la geopolitica. La gestione della crisi ucraina da parte dell’amministrazione americana ha cementato l’asse del male. In serata il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, prova a gettare acqua sul fuoco: "Gli Stati Uniti vogliono avere con la Cina una competizione strategica, non cercano il conflitto".

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