Giovedì 25 Aprile 2024

L’inchiesta di Crotone. La procura indaga sui mancati soccorsi e le falle del sistema

Aperta una nuova indagine parallela a quella sul naufragio. L’obiettivo è capire se c’era consapevolezza della situazione di pericolo. Sotto esame le comunicazioni di Frontex, Guardia costiera e Finanza

La procura di Crotone raddoppia i fascicoli. All’indagine sul naufragio della Summer Love, con i suoi 68 migranti inghiottiti dal mare a Steccato di Cutro, si affianca l’inchiesta sui mancati soccorsi. Sulle possibili falle di sistema, omissioni, scelte errate di singoli o catene di comando nella notte degli orrori tra il 25 e il 26 febbraio. L’inchiesta-bis, affidata ai carabinieri, momentaneamente contro ignoti e senza ipotesi di reato, punta a stabilire se vi siano corresponsabilità nella tragedia e se questa potesse essere evitata. Una domanda galleggia: nonostante gli indicatori del caso, a partire dal moto ondoso in peggioramento, potessero suggerire un’operazione di ricerca e preventivo soccorso del barcone (in sigla Sar), perché l’Italia ha scelto di affrontare quell’arrivo sgradito con un mero protocollo di polizia? Law enforcement, nel gergo tecnico utilizzato alla Camera dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Il mare continua a restituire corpi a Crotone
Il mare continua a restituire corpi a Crotone

Sono tre gli attori sotto esame per l’interpretazione data a regole di ingaggio forse troppo rigide, più burocratiche che marinare, nelle ore che precedono il naufragio: Frontex (l’Agenzia europea della Guardia di frontiera); la Guardia costiera (dipendente dal ministero dei Trasporti); la Guardia di finanza (dipendente dal Mef). E dietro le rispettive insegne, senza alcuna competenza sul caso ma con diretta responsabilità politica, si stagliano tre pesi massimi della questione migratoria e dei rapporti spesso tesi tra Roma e Bruxelles: la Commissione europea e i ministri leghisti Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti – il primo a giudizio a Palermo nel processo Open Arms per il sequestro a bordo di 147 migranti, il secondo anima dialogante del Carroccio voluto al Tesoro da Giorgia Meloni.

L’Europa che sulle questioni migratorie finge di aprire alle ricorrenti doglianze italiane, salvo rinviare puntualmente le scelte di maggior condivisione dell’emergenza flussi, ha il merito parziale di scovare la Summer of Love, alle 22.25 di sabato 25 febbraio 40 miglia al largo della costa calabrese. Un velivolo di Frontex nota il caicco con un solo uomo visibile, ma con un sicuro carico umano sotto coperta svelato dagli strumenti di rilevazione termica. Non solo: gli apparati di bordo smascherano la presenza sulla nave di un cellulare turco. Sono indizi rilevanti. Ma a quanto pare nessuno, nelle strutture preposte, dà troppo peso alle condizioni di chi è in viaggio da giorni. Anzi, quasi a sminuire il problema, Frontex annota: "L’unità (...) naviga regolarmente, a 6 nodi e in buone condizioni di galleggiabilità". L’avvistamento, prima segnalato all’Icc (International coordination centre), deputato al Law enforcement, è trasmesso, ma solo per conoscenza, anche all’Immc (Guardia costiera). Così, trattandosi di operazione estranea a compiti di ricerca e soccorso – perché non ci sono chiamate dal caicco tiranneggiato dagli scafisti –, la Guardia costiera non si mobilita. Che nella pancia del barcone siano nascoste decine di migranti evidentemente non conta: in aderenza al protocollo Law enforcement, è la Gdf a muovere un pattugliatore da Taranto e una vedetta da Crotone nonostante le condizioni del mare stiano diventando proibitive. E infatti entrambi i mezzi, non attrezzati, dopo due tentativi sono costretti a rientrare attivando la "ricerca a terra". Come se lo sbarco fosse automatico, in quelle condizioni meteo. Una contraddizione logica.

Relazioni di servizio, brogliacci e tutte le comunicazioni intercorse tra la Guardia di finanza e la Guardia costiera, compresa l’ultima una decina di minuti prima dello schianto, ora finiranno sotto la lente degli inquirenti. Qualche elemento già affiora. Nella telefonata tra i finanzieri e la Guardia costiera delle 03:38, una decina di minuti prima dello schianto, le Fiamme gialle informano che le loro unità stanno rientrando e chiedono: "Voi naturalmente non avete nulla, nel caso ci dovessero essere situazioni critiche?" Dalla Guardia costiera rispondono: "Noi al momento in mare non abbiamo nulla". Alle 03:50 la sala operativa provinciale della Gdf di Vibo Valentia, attraverso la rete radar costiera, acquisisce "un target verosimilmente riconducibile alla segnalazione Frontex". Troppo tardi. Onde e buio. La Summer of Love si schianta contro la secca a 100 metri dalla riva.