Mercoledì 24 Aprile 2024

Del Vecchio, da Esselunga agli Agnelli: quando l'eredità è un intreccio di famiglia

Il testamento del patron di EssilorLuxottica: la Zampillo ottiene il 12,5% ma eredita anche il ragazzo che lei ebbe con Basilico. Da Esselunga agli Agnelli, la lunga storia degli intrecci di famiglia per il controllo delle aziende di casa

Leonardo Del Vecchio con Nicoletta Zampillo

Leonardo Del Vecchio con Nicoletta Zampillo

Leonardo Del Vecchio (1935-2022), morto lunedì a Milano, ha firmato l’ultimo capolavoro: il testamento. Sei volte padre con tre diverse donne, esplosivo capitano d’impresa, ma anche abile architetto finanziario, il patron di EssilorLuxottica con lo stesso piglio con cui, partendo dal nulla, ha creato un impero mondiale degli occhiali, ha preparato nei dettagli la successione proprietaria e gestionale. Otto gli eredi, a ciascuno dei quali va il 12,5% delle azioni Delfin (che controlla il 32% di EssilorLuxottica, il 26% del polo immobiliare Covivio, il 19,2% di Mediobanca e il 9.82% di Generali): la vedova, Nicoletta Zampillo, 64 anni, sposata due volte (nel 1997 e nel 2010); il figlio di primo letto di lei, Rocco Basilico, 32 anni; Leonardo Maria, 27 anni, il figlio avuto dai due; poi, i tre figli nati dal primo matrimonio dell’imprenditore con Luciana Nervo, ovvero Claudio, 65 anni, Marisa, 63 anni e Paola, 61 anni; infine, Luca, 11 anni, e Clemente, 5 anni, nati dalla relazione di Leonardo con Sabina Grossi (dirigente di Luxottica, è stata anche componente del consiglio di amministrazione).

Chi comanda? Un manager. È Francesco Milleri, 63 anni, nato a Città di Castello (Perugia), laurea in Giurisprudenza a Firenze, master in Business Administration in Bocconi, specializzazione in Corporate Finance a New York, dal 2016 a fianco di Leonardo, ora presidente e amministratore delegato. Guiderà probabilmente lui la cassaforte Delfin, in cui, ha stabilito il patron, avranno valore solo le decisioni prese con una maggioranza dell’88%, ovvero all’unanimità. Sarà il tempo a dire se questa minuziosa architettura resisterà o verrà rimodulata, per scelta o per lite, tra gli eredi. I precedenti non ispirano ottimismo. Aziende che non appartengono più alla famiglia di cui portano ancora il cognome (Olivetti e Piaggio, Mondadori e Rizzoli). Marchi spariti (la Standa della famiglia Monzino, i gelati Eldorado della famiglia Zanetti). Infine, eredità che hanno scatenato faide tremende. Bernardo Caprotti (1925-2016), geniale e inflessibile patron di Esselunga, ha lasciato 75 milioni di euro alla sua storica assistente, Germana Chiodi, 74 anni, e il resto del patrimonio ai nipoti. La catena di supermercati, invece, è stata spartita tra la seconda moglie, Giuliana, e la figlia che Bernardo ha avuto da lei, Marina, 44 anni (a loro il 70% delle azioni); e i due figli di primo letto, Violetta, 59 anni, e Giuseppe, 62 anni (cui è andato, in parti uguali, il 30% restante). Oggi, dopo una tormentata e tempestosa trattativa, Marina presiede e possiede interamente un gruppo valutato oltre 6 miliardi di euro.

Pietro Marzotto (1937-2018), alla guida per trent’anni del gruppo tessile nato a Valdagno (Vicenza) nel 1826, ha fatto l’impossibile per tenere unita la sesta generazione. Ma nel 2005 è cominciata la diaspora fra gli 86 eredi, che hanno fatto cassa liquidando un patrimonio gigantesco (con marchi come Valentino e Hugo Boss). Tra la figlia e i nipoti di Gianni Agnelli (1921-2003) e della moglie, Marella (1927-2019), da una ventina d’anni volano stracci. Margherita, 66 anni, che due maschi e tre femmine dal conte russo Serge de Pahlen, è in lite con John, Lapo e Ginevra, nati dal precedente matrimonio con il francese Alain Elkann. In ballo, opere d’arte, un deposito di lingotti d’oro, proprietà immobiliari e liquidità calcolata in miliardi. Intendiamoci, ciascuno in questo, come in cento altri casi, ha avuto abbastanza per campare mille anni. Eppure tutti si agitano per dare ragione al grande scrittore russo Lev Tolstoj (1828-1910): "Il denaro è la schiavitù moderna". Lo sanno bene i poveri. Lo imparano, prima o poi, anche i ricchi.