Giovedì 25 Aprile 2024

L’impegno delle banche Incentivi e concorrenza "Così si abbattono le commissioni sui Pos"

Giovanni Sabatini, direttore dell’Associazione Bancaria Italiana: "Molti circuiti hanno già azzerato i costi aggiuntivi sulle cifre più ridotte. Avanti con soluzioni di pagamento innovative: velocizzano il servizio"

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di Giovanni

Sabatini *

L’utilizzo delle carte di pagamento e dei relativi prezzi per i servizi connessi ha sollevato un dibattito che si è anche arricchito del contributo di Bruno Vespa ieri sul Quotidiano nazionale. Ferma restando l’opinione dell’Associazione Bancaria Italiana che i cittadini debbano avere la massima possibilità di scelta tra le diverse modalità con cui effettuare i pagamenti, sia in contanti sia attraverso strumenti elettronici e tracciabili e che ogni misura debba essere valutata e definita a livello europeo essendo il mercato bancario e finanziario sempre più integrato grazie all’uso di una moneta comune e all’armonizzazione delle regole che lo disciplinano, può essere utile fornire qualche elemento descrittivo sul funzionamento del circuito dei pagamenti con carte.

Innanzitutto, per una corretta valutazione, occorre comprendere come si articola la catena dei pagamenti elettronici, i diversi soggetti coinvolti e i rapporti contrattuali che li disciplinano. Il primo rapporto è tra il consumatore cliente di un fornitore di sistemi di pagamento (PSP - payment service provider, definizione europea che include le banche e molti altri soggetti anche non bancari) che nell’ambito del rapporto instaurato desidera una carta di pagamento (distinguendo tra carta di debito, che prevede la disponibilità delle somme sul conto e l’addebito immediato e che consentono i prelievi di contante agli ATM, e la carta di credito che prevede l’addebito periodico delle somme utilizzate e la concessione di un fido fino a un importo concordato nel contratto).

Il secondo rapporto è quello che viene intrattenuto dall’esercente e il fornitore del Pos e le relative commissioni. Infine vi sono i rapporti tra i fornitori di servizi di pagamento (in particolare i circuiti di pagamento) che regolano la possibilità di utilizzo in “circolarità” delle carte, cioè la possibilità di prelevare contante con la carta di debito emessa da una banca sull’ATM di un’altra banca o l’utilizzo della carta sul Pos di un esercente convenzionato con una banca diversa da quella che ha emesso la carta di credito.

I fornitori di servizi di pagamento tutti in concorrenza fra loro offrono ai loro clienti, sia consumatori che esercenti, condizioni differenziate per rispondere alle differenti esigenze, e le soluzioni contrattuali sono le più disparate sia sul fronte del consumatore che dell’esercente, prevedendo un canone onnicomprensivo della commissione sui singoli utilizzi delle carte, altre volte in parte incluse nel canone e in parte con commissioni per ogni utilizzo, commissioni variabili in funzione dei livelli di utilizzo e, per gli esercenti regressive al crescere dei volumi, e così via.

Alla concorrenza tra banche e istituti di pagamento, per effetto del combinato disposto delle innovazioni tecnologiche e del quadro normativo europeo (con le due direttive sui servizi di pagamento – PSD e PSD2), si sono quindi aggiunte in modo crescente ed esponenziale le soluzioni innovative offerte da nuovi soggetti entrati nel settore dei pagamenti con offerte di prodotti sempre più sofisticati che consentono di rispondere alle esigenze di modalità di pagamento più semplici e veloci, in linea con la progressiva digitalizzazione dell’economia.

Tutto questo ha portato ad una crescita sempre più veloce nell’utilizzo dei pagamenti con carte e altri strumenti digitali con la conseguente riduzione delle commissioni sempre più allineate, in media, a livello europeo. Molte banche e circuiti hanno anche azzerato le commissioni su pagamenti di importo ridotto proprio sulla base delle loro politiche commerciali e in concorrenza con altri operatori.

L’Associazione Bancaria in ossequio ad una rigida legislazione, europea e nazionale, in materia antitrust non può effettuare né rilevazioni su temi connessi a tassi, prezzi, commissioni né tanto meno può fornire alcun tipo di indicazione in materia anche solo in forma di raccomandazione, poiché incorrerebbe in un grave reato pesantemente sanzionato.

In materia, l’ABI ha sempre osservato che cittadini, imprese, esercenti e banche non debbono essere sottoposti a obblighi e divieti ma incentivati a ricorrere agli strumenti di pagamento più sicuri e rispondenti alle proprie esigenze.

Nel recente passato hanno fornito un ottimo risultato misure di incentivazione nella forma del credito di imposta a favore di esercenti, professionisti e benzinai. Il finanziamento di tali misure tuttavia non può ricadere solo su alcuni operatori (le banche) in un mercato sempre più articolato e popolato di soggetti di diversa natura e certamente non può ricadere su istituti quali il Fondo Tutela dei depositi che ha finalità normative e statutarie definite con riferimento all’intervento in caso di crisi di una banca a tutela dei depositanti.

*Direttore Generale

Associazione

Bancaria Italiana