Mercoledì 24 Aprile 2024

Limiti giusti se decisi dal Parlamento

Ugo

Ruffolo

Ennesimi Dpcm perpetuano mascherine e costrittivi distanziamenti. Sono censurabile limitazione della libertà o invece condivisibile misura di sicurezza? Reputo condivisibili le limitazioni, ma avrei preferito il vaglio parlamentare. È in ballo l’interesse collettivo della salute, costituzionalmente tutelato; da contemperare con altri diritti e libertà costituzionalmente garantite. Se le limitazioni hanno fonte nella legge, la censura di incostituzionalità sarebbe ardua, a fronte di esigenze, anche molto prudenziali, di sicurezza. Si tratterebbe di scelta politica del

legislatore.

A fronte di provvedimenti meramente amministrativi, invece, si posizionerebbe ben più in basso l’asticella della illegittimità. La scelta politica del legislatore, controllata dal Parlamento, è censurabile dalla sola Consulta se irrispettosa dei limiti posti dalla Costituzione o dal diritto UE

(e ce ne vuole!). Quella amministrativa (tale è un Dpcm) deve superare il ben più invasivo vaglio di ragionevolezza, incompetenza ed eccesso di potere (è, questa, materia di Dpcm?) da parte del Tar. E deve dunque

contemperare "ragionevolmente" fra salute, libertà e sviluppo economico.

Poiché il Covid colpisce ancora, e potrebbe crescere, il sacrificio delle

mascherine o del divieto di danzare resta ragionevole. Anche se i limiti a certe libertà, o i rischi di tracollo dell’economia, avrebbero reso preferibile lo strumento legislativo, piuttosto che quello amministrativo.