L’imboscata degli ultras Scontri in autogrill tra tifosi di Napoli e Roma Autostrada bloccata per ore

Arezzo, gli incidenti nella stessa area di servizio dove fu ucciso il laziale Gabriele Sandri. I due gruppi si sono affrontati con mazze e bombe carta anche in mezzo alla carreggiata

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di Federico D’Ascoli

BADIA AL PINO (Arezzo)

"Ho iniziato a vedere pulmini fermarsi nell’area di servizio, uno dietro l’altro come se si fossero dati appuntamento. Saranno stati una ventina: chi è sceso era vestito di scuro e teneva i cappucci calati sulla testa. A un certo punto hanno acceso fumogeni e bombe carta e sono entrati a piedi in autostrada fermando altri pulmini in transito usando tutto ciò che potevano: aste delle bandiere, fioriere. Sono stati minuti spaventosi, di vera guerriglia". La tensione segna ancora il volto di un automobilista che si è fermato all’autogrill Badia al Pino Est nel momento sbagliato. Intorno all’ora di pranzo di ieri oltre 350 ultras del Napoli diretti a Genova hanno assaltato la carovana dei romanisti che andavano a Milano. Un vero regolamento di conti tra tifoserie rivali, ruggini acuite dall’omicidio di un tifoso napoletano ucciso a colpi di pistola da un romanista prima della finale di Coppa Italia 2014 fra gli azzurri e la Fiorentina.

I tifosi hanno probabilmente scelto un luogo simbolo per combattere la loro folle battaglia: si tratta dello stesso autogrill dell’A1 dove nel novembre 2007 fu ucciso il tifoso della Lazio Gabriele Sandri, colpito da un proiettile sparato dell’agente di polizia Luigi Spaccarotella alla fine di uno scontro a sassate con un’auto di juventini. La differenza è che stavolta le due tifoserie hanno alzato la posta: i tafferugli non si sono svolti all’interno dell’area di servizio (l’autogrill è stato risparmiato dalla furia ultras) ma si sono consumati direttamente sulla carreggiata nord creando enormi pericoli e disagi agli automobilisti. Le code sono arrivate fino a 15 chilometri: il tratto tra Monte San Savino e Arezzo è rimasto chiuso per quasi un’ora.

La questura di Arezzo aveva ben presente il rischio che le due tifoserie potessero venire a contatto visti gli orari di Sampdoria-Napoli, alle 18, e di Milan-Roma, alle 20.45. Fin dal mattino era stato chiesto l’intervento di un reparto mobile che era stato posizionato più a nord, nell’area di servizio Arno. Gli agenti con scudi e manganelli sono stati dirottati di tutta corsa verso il luogo degli incidenti, dove il loro intervento è riuscito a riportare la calma dopo minuti di altissima tensione. I tifosi del Napoli sono stati fatti risalire sui pullman e scortati fino a Genova dalla Polstrada di Firenze dopo essere usciti a Incisa per una sosta tecnica. L’ipotesi su cui lavorano gli inquirenti è che napoletani e romanisti si fossero dati appuntamento. Gli ultras capitolini in transito hanno rallentato la marcia fino a fermarsi all’altezza dell’area di sosta mentre una parte della tifoseria del Napoli lungo la recinzione, ha iniziato un fitto lancio di oggetti verso la carreggiata. I tifosi romanisti dopo circa 15 minuti sono ripartiti, mentre quelli napoletani sono rimasti nell’area di servizio e successivamente scortati. La Digos ha già avviato le indagini per identificare i responsabili delle violenze, anche attraverso le riprese video. Alla fine si conta un ferito non grave, un tifoso della Roma accoltellato, poi arrestato in tarda serata con l’accusa di rissa aggravata.

"Gli scontri in autostrada sono inaccettabili. Ci auguriamo che le forze dell’ordine identifichino e puniscano come meritano i responsabili. Questi non sono veri sportivi: Napoli e Roma sono città amiche che dicono no a una violenza senza senso". È il messaggio congiunto apparso sui profili Twitter dei sindaci delle due città, Gaetano Manfredi e Roberto Gualtieri.

Sulla stessa linea anche il ministro dello Sport Adrea Abodi: "C’è una differenza abissale tra i tifosi che vanno allo stadio, in casa o in trasferta, per cantare, abbracciarsi, gioire o soffrire per la propria squadra e i delinquenti che si scontrano in una stazione di servizio autostradale, creando problemi alle persone perbene. Non c’è cosa peggiore di definire tifosi quest’ultimi, non c’è errore più grande del fare di tutta l’erba un fascio. Nel 2023 chi sbaglia paga e mi auguro succeda anche per questi teppisti".