Mercoledì 24 Aprile 2024

L’illusione: essere Wonder Woman Trappola anoressia per le under 14

Aumentano del 40% i disturbi alimentari. La psicoterapeuta: ora le diete sono associate all’ossessione per lo sport

di Viviana Ponchia

L’intenzione era trasformarsi in Wonder Woman, al limite in Federica Pellegrini. Per essere invincibile, praticamente perfetta. Poi a forza di allenarsi e sottrarre calorie si è ammalata. È diventata un mucchietto d’ossa come le sante medievali che lo facevano per lo spirito, come Simone Weil che morì anoressica per ragioni etiche. La pandemia ha cambiato tante cose, anche le motivazioni profonde di chi entra in guerra con il cibo e il proprio corpo. Se i sintomi e gli esiti, spesso drammatici, restano gli stessi, a fare scattare la molla è un proposito diverso e apparentemente innocuo: non voglio sparire, voglio essere la migliore per avere il pieno controllo su un mondo alla deriva. Peccato che spesso sia scappata la mano.

L’Istituto superiore di sanità ha preso in esame i danni collaterali del Covid: fra un lockdown e l’altro i disturbi alimentari sono aumentati di quasi il 40% rispetto al 2019, senza contare chi non è arrivato alle cure e resta perciò invisibile. Fa impressione anche l’abbassamento dell’età: il 30% ha meno di 14 anni. Giovani, fragili. Soprattutto donne, le brave signorine che non hanno messo in apprensione i genitori perché cucinavano con entusiasmo per tutta la famiglia e provavano di volersi davvero bene facendo ginnastica. Kate Moss? Ma per carità, così scheletrica. Meglio Paola Egonu.

Un problema di dipendenza sembravano avercelo casomai i fratelli chiusi in camera con la play station, non le guerriere che saltavano alla corda in salotto. Elena Riva, psiconalista e psicoterapeuta, autrice del saggio ’Fragili amazzoni. I nuovi disturbi alimentari delle adolescenti’, oggi ci si trova davanti a una paziente diversa: una Wonder Woman mancata, appunto, che corre più rischi quanto più è brava e stimolata a esserlo. "Parlo soprattutto di donne perché il 90% dei disturbi alimentari riguarda loro – spiega la dottoressa –. La pandemia è andata a interferire con i compiti evolutivi fondamentali dell’adolescenza, il contatto del corpo con gli altri e la costruzione dell’identità di genere. Sui maschi non ha avuto lo stesso impatto". Di fronte al distanziamento sociale i ragazzi hanno chiuso la porta rifugiandosi nel virtuale, le ragazze hanno cominciato a riflettere sulla prestazione e l’eccellenza allenando disperatamente il corpo e la mente.

"Cercavano il controllo e lo hanno perso – spiega la psicoterapeuta –. La vigoressia non si fonda sul mito della magrezza ma della forza che consente di cavarsela in ogni situazione. Così come l’ortoressia, la fissazione per l’alimentazione salutare. Purtroppo capita spesso che le radicalizzazioni diano risultati disastrosi. La perdita di peso non era intenzionale ma alla fine c’è stata: se mangi solo proteine, elimini lo zucchero e i carboidrati e ti alleni come una pazza, può succedere". E così l’atleta per contrappasso si è trovata nel corpo filiforme di Kate Moss, poi è diventata più magra ancora ed è finita in terapia come la più classica delle anoressiche.

"Negli anni Sessanta l’aspirazione a essere evanescente e androgina si fondava sul desiderio di uscire dal doppio ruolo di donna oggetto o angelo del focolare. Al corpo andavano sottratti gli attributi che rimandavano a una femminilità esplosiva e accudente. Le adolescenti di oggi invece vogliono un corpo onnipotente che comprende attributi sia maschili sia femminili, la forza e la seduzione". Dietro un velo di salmone e cento addominali resiste però la stessa sofferenza: "Le famiglie hanno sottovalutato i rischi impliciti nell’ansia da prestazione. Non si sono accorte dell’ossessione per l’esercizio fisico spalmato su tutta la giornata, una specie di isolamento nell’isolamento". Elena Riva rivede lo stesso percorso tracciato dalle sante medievali che mortificavano la carne in nome dello spirito. O della filosofa Simone Weil che non voleva essere magra ma solo mangiare meno della razione dei soldati francesi contro i nazisti. Tutti propositi nobili, mai un lieto fine.