Trieste, 17 aprile 2025 – E’ rientrato a casa Sebastiano Visintin, il marito di Liliana Resinovich, indagato per l’omicidio della donna trovata morta il 5 gennaio 2022 nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste, a tre settimane dalla scomparsa. L’uomo era stato raggiunto dalla notizia dell’indagine a suo carico mentre si trovava all’estero, sabato scorso. “E’ tutto ingigantito”, aveva commentato con i giornalisti. Poi però non aveva più risposto al telefono. Oggi le telecamere di Mattino 5 l’hanno intercettato a Trieste, dov’è rientrato ieri sera, dice. “Non sto bene. Ero in montagna, sono andato a trovare amici, mi sono riposato e ora sto facendo i miei lavoretti di arrotino”.

A giorni Visintin dovrebbe essere convocato in Procura per essere interrogato dalla pm titolare del fascicolo che lo riguarda, Ilaria Iozzi, accompagnato dai suoi legali Paolo e Alice Bevilacqua: “Sono a disposizione, non mi nascondo”, ha precisato.
Durante una lunga perquisizione nella casa della coppia, la polizia ha portato via diversi oggetti, tra i quali un centinaio di coltelli e gli indumenti che l’uomo avrebbe indossato il giorno della scomparsa di Liliana. A proposito invece dei coltelli che alcuni giornalisti hanno notato dentro la macchina della vittima, parcheggiata vicino a casa da tempo, Visintin ha detto che non sono suoi. “Non li avevo ancora visti, essendo rientrato ieri sera. Un signore che abita qua mi ha detto che me li avrebbe lasciati in auto. In tanti me li lasciano qua perché non sono mai in casa”.
Il fratello di Lilly contro i consulenti della prima autopsia
Intanto il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, ha deciso di denunciare all'Ordine dei medici i due consulenti della Procura per i “troppi errori” commessi nel corso del primo esame di medicina legale effettuato sul cadavere della donna, che ha instradato le prime indagini verso la pista del suicidio. "Chi sbaglia deve pagare".
Resinovich cita le “omissioni” e la “contaminazione dei reperti che hanno pregiudicato l' accertamento della verità, per oltre 3 dolorosi anni. Queste negligenze gravi ed inescusabili devono essere oggetto di seria censura e valutazione da parte dell'Ordine competente perché non succeda mai più”.
Il corpo di Liliana è stato recentemente riesumato per un’ulteriore analisi autoptica che è arrivata a tutt’altra conclusione rispetto alla prima autopsia. Nella relazione a firma di Cristina Cattaneo si parla di "morte causata da terzi”, come ipotesi si privilegia quella della soffocazione.
Il fratello della defunta intende chiedere "di sentire in merito il Prof. Fineschi, la Prof.ssa Cattaneo e il Dott. Barisani (tutti scettici di fronte alla prima ipotesi, quella suicidaria) di cui dovranno essere acquisite tutte le osservazioni tecniche depositate al fascicolo e le interviste pubbliche rilasciate. Mia sorella - ha concluso - merita assoluto rispetto”.