Domenica 27 Aprile 2025
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Il marito di Liliana Resinovich: “Mi hanno sequestrato i coltelli”

Sebastiano Visintin, indagato per l’omicidio della moglie, ha lasciato la città per una vacanza in Austria. I suoi legali: “Perché solo lui?”. Sterpin, amico della vittima: aspettavo questo momento da tre anni, si è perso tempo

Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, è indagato per omicidio

Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, è indagato per omicidio

Trieste, 13 aprile 2025 – Prima l’annuncio in diretta tv, il marito di Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin, è indagato per omicidio. Poi sul giallo di Trieste torna a calare un’apparente barriera di riserbo. Ci saranno altre persone iscritte nel registro degli indagati? Il vedovo verrà interrogato? L’avvocato Paolo Bevilacqua, che assiste Visintin con la figlia Alice, affida quel che pensa a un comunicato. Scrive fra l’altro il legale che ha sempre tenuto un profilo basso in una storia esageratamente mediatica: “Sereni perché assolutamente estranei dall’ipotesi delittuosa odierna ci chiediamo però: perché proprio Sebastiano? Perché solo lui?”.

Morte di Liliana Resinovich, le lesioni riscontrate da Cristina Cattaneo
Morte di Liliana Resinovich, le lesioni riscontrate da Cristina Cattaneo

Le parole di Sebastiano Visintin 

Ma cosa è stato sequestrato dalla polizia nell’appartamento di via Verrocchio? “Io ero in un’altra stanza sul divano. Mi pare dei coltelli, un maglione, non so esattamente”. Così risponde al telefono Visintin. L’elenco comprenderebbe anche guanti e forbici. “Sono sereno e tranquillo, mi sento un po’ stanco. Sicuramente è stato un momento particolare - aggiunge riferendosi alla perquisizione durata ore -. Bisognerà capire che cosa verrà fuori. Non lo so, dopo ormai tre anni e mezzo”. Dovrà affrontare anche il processo per diffamazione, querelato dai suoi vicini. “Sono tranquillo”, chiude.

La personalità di Sebastiano Visintin 

Inevitabilmente si resta colpiti dal cambio repentino di registro dell’uomo da sempre sotto i riflettori. E questa è stata una costante fin dall’inizio. “Vero, Visintin è spesso vago, cambia idea, ha ricordi imprecisi. Ma questo non è voluto, non è affatto un indizio di colpevolezza, fa parte del suo atteggiamento mentale. Anche perché, se si ascolta bene, Sebastiano dice anche cose contrarie al suo interesse”. L’analisi è di Raffaele Barisani, medico legale e consulente del marito di Lilly, il primo - in tempi non sospetti - a ipotizzare che le lesioni sul corpo della 63enne potessero essere state provocate da terzi, come poi ha concluso la consulenza di Cristina Cattaneo.

L’alibi di Sebastiano Visintin 

Ora l’alibi del marito di Lilly tornerà sotto la lente. Al setaccio di nuovo le ore cruciali di quel 14 dicembre 2021, quando la donna scompare e diventa un mistero. L’antropologa forense consulente della procura ipotizza che Lilly sia stata uccisa entro 4 ore dalla colazione di quella mattina, nello stomaco aveva ancora le tracce di caffè e dolce con uvetta. Visintin aveva raccontato così i suoi spostamenti: prima il passaggio in sei pescherie della città, arrotondava affilando coltelli; poi il lavoro nel laboratorio di via Donadoni; infine un giro in bici sul Carso, la prova in 12 clip realizzate con una GoPro 9. Ma per tutti questi punti, i consulenti del fratello di Lilly, Sergio, che ha sempre puntato il dito contro il cognato, hanno fatto osservazioni puntuali. Una su tutte: l’accusa - da provare - che quegli spezzoni video siano stati manipolati.

Le parole di Claudio Sterpin 

Claudio Sterpin, l’amico speciale di Lilly, è diretto: “Aspettavo questo momento da tre anni. Siamo colpevolmente in ritardo, e con questo ho detto tutto. Se ci saranno altri indagati? Non spetta a me dirlo. Potevano esserci anche 10 indagati all’inizio, se l’inchiesta partiva come doveva. Sono inviperito, per me è come se di anni ne fossero passati venti”. Secondo lei quali sono le prove contro Visintin? “Ci sono mille incongruenze - replica l’82enne -, a cominciare dal giro con la GoPro. Ci sono decine di cose da verificare. Tutto questo oggi poteva già essere risolto”.