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Trieste, 11 febbraio 2022 - Liliana Resinovich, il giallo di Trieste è ancora senza soluzione. Mentre trapela che il fratello Sergio, attraverso il suo legale Luigi Fadalti, ha trasmesso una memoria al procuratore Antonio De Nicolo. Il senso della nota: la convinzione dell'uomo che la sorella sia stata uccisa, e che il movente sia economico. Ma nell'inchiesta aperta per sequestro di persona, non risultano al momento indagati.
L'inchiesta
L'autopsia ha consegnato un responso: scompenso cardiaco acuto. La polizia scientifica di mezza Italia è al lavoro, da Padova a Milano, per far parlare gli oggetti ritrovati accanto al cadavere. Tra questi un guanto, una borsa nera con le chiavi di casa, quelle di scorta, una bottiglia con del liquido.
Le date della vicenda
Liliana Resinovich era sparita il 14 dicembre, quella mattina il fratello le aveva inviato un messaggio che non aveva avuto risposta. A sera, il marito Sebastiano Visintin aveva presentato denuncia in questura, convinto dai vicini di casa. Il 5 gennaio il cadavere della donna era stato ritrovato nel parco dell'ex ospedale psichiatrico, a un chilometro e mezzo dalla sua abitazione. Le analisi su quei reperti sono ancora in corso. Mentre si aspetta anche l'esito degli esami tossicologici.
Omicidio o suicidio?
Gli investigatori sono alla ricerca di tracce: impronte, presenza di altri su quella che ancora non può essere definita scena del crimine, perché non esiste la certezza che Liliana Resinovich sia stata uccisa.
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