Licenziata negli Stati Uniti Mostra il David agli studenti Preside accusata di pornografia

Il caso in una scuola media della Florida. È stata cacciata dopo le proteste dei genitori. Sullo sfondo la bozza di legge dei repubblicani: stop agli argomenti sgraditi alle famiglie

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di Olga Mugnaini

Non è la prima volta nella storia che vengono messe le mutande alle nudità di Michelangelo. Ne sa qualcosa il povero Daniele da Volterra, allievo affezionato del grande Buonarroti, eppure ricordato col nomignolo di Braghettone, per aver coperto con drappi e panneggi le figure nude degli affreschi della Cappella Sistina. Ma almeno era il 1565. Stavolta invece, quanto arriva da una scuola media pubblica della capitale della Florida, Hope Carrasquilla, ha davvero dell’incredibile. Neppure nel mondo arabo, dove di cose curiose intorno a Michelangelo ne hanno fatte, si era arrivati a tanto: costringere una preside al licenziamento perché, durante una lezione sul Rinascimento ha mostrato il David. Chiaramente com’è, ossia nudo. Tanto è bastato a far gridare alla pornografia alcuni genitori, che evidentemente con un colpo di spugna hanno cancellato tutta l’arte classica occidentale, fondamento anche della civiltà americana. Ma non solo, condannando di fatto ogni forma di espressione di arte tribale, di qualsiasi continente e latitudine.

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A raccontare l’accaduto sono gli stessi media statunitensi, che parlano di un "effetto DeSantis", il governatore repubblicano che ha lanciato una crociata per dare più poteri ai genitori nella gestione dell’educazione scolastica e bandire le lezioni di orientamento sessuale e identità di genere nelle elementari. Una svolta che pare sia condivisa a livello nazionale dal Grand Old Party, che ha appena approvato alla Camera un disegno di legge ("censorio", secondo i Democratici) per obbligare le scuole pubbliche a distribuire ai genitori un elenco dei libri presenti nelle biblioteche scolastiche.

A dare l’aut aut alla preside Carrasquilla, costringendola o alle dimissioni o al licenziamento, è stato il presidente del board della Tallahassee Classical School, Barney Bishop, fervido sostenitore delle politiche educative di DeSantis: "I diritti dei genitori sono supremi", ha spiegato Bishop, rifiutandosi di ufficializzare il motivo delle dimissioni.

La preside però è certa che tutto sia legato alla sua lezione su Michelangelo, tenuta oltretutto in una scuola che si chiama Classical school e che nel suo sito illustra: "La Tallahassee Classical School allena le menti e migliora i cuori dei giovani attraverso un’educazione classica ricca di contenuti nelle arti e nelle scienze liberali, con l’insegnamento dei principi di carattere morale e della virtù civica". Bene. Pare che oltre al David, anche la Nascita di Venere del Botticelli e la Creazione di Adamo dello stesso Michelangelo, abbiano causato scontento nei genitori. Del resto, non è certo il primo caso di censura, visto che nel 2022 nelle scuole e biblioteche pubbliche americane si è tentato di proibire oltre 2.500 libri.

La direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze, Cecilie Hollberg, che custodisce l’immenso capolavoro di Michelangelo, è quasi sgomenta dell’accaduto: "È una cosa assurda, la nudità non è pornografia. Mi meraviglio di questi genitori, il David è il simbolo del Rinascimento che mette al centro l’uomo nella sua perfezione così come creato da Dio - commenta –. È una figura religiosa, l’espressione della nostra cultura europea, non ha proprio niente di pornografico. È un giovanotto nudo perché era un pastorello. Il David è l’opera d’arte per eccellenza, così pulita, così sobria, chiara nella sua espressione". A Michelangelo, probabilmente, verrebbe da sorridere.