Mercoledì 24 Aprile 2024

Miur, licei brevi: parte la rivoluzione in 100 scuole

Diploma in 4 anni, l'Italia si allinea con l'Europa: cosa prevede la riforma

Studenti del liceo (De Pascale)

Studenti del liceo (De Pascale)

È in dirittura d’arrivo il decreto, sette articoli in tutto, sui licei quadriennali che dopo la firma, un paio di mesi fa, da parte dell’allora ministro dell’Istruzione Stefania Giannini va oggi all’esame del Cspi, il Consiglio superiore della pubblica istruzione che è l’organo tecnico-consultivo del Miur. Poi un altro passaggio presso la Corte dei conti e l’iter amministrativo sarà concluso.

Da settembre 2018 ci saranno 100 prime classi, con in media 25-30 alunni, di istituti superiori – licei, tecnici e professionali, statali e paritari – che, con il placet del Miur, potranno abbreviare di un anno il percorso di studi arrivando a 18 anni all’esame finale. Negli anni scorsi già erano stati avviati esperimenti in questo senso in una manciata di scuole. Al momento la sperimentazione coinvolge 11 scuole, 6 pubbliche e 5 paritarie tra cui il San Carlo di Milano, il Visconti di Roma e l’Esedra di Lucca. Cinque al Nord, due al Centro e quattro al Sud.

Il corso di studi quadriennale dovrà garantire, appunto, attraverso la flessibilità didattica e organizzativa, l’insegnamento di tutte le discipline previste dall’indirizzo di riferimento in modo da assicurare ai ragazzi il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e delle competenze previste per il quinto anno di corso, ma entro quattro anni. L’esame di Stato rimane lo stesso e identico sarà anche il diploma finale conseguito dagli alunni.

In questo senso sarà necessario rimodulare il calendario scolastico ed eventualmente potenziare l’orario settimanale delle lezioni (da circa 900 ore annue per 5 anni si potrebbe passare a 1.000-1.050 ore per 4 anni nei licei).

LE SCUOLE interessate a partecipare alla sperimentazione dovranno rispondere a un bando nazionale e presentare un progetto, caratterizzato, è scritto nel decreto, da «un elevato livello di innovazione» didattica. Ma non solo. Occorrerà garantire l’insegnamento di almeno una disciplina non linguistica con metodologia Clil – interamente in lingua straniera – a partire dal terzo anno, la valorizzazione delle attività laboratoriali e l’utilizzo di tecnologie didattiche innovative.

LE PROPOSTE inviate al ministero verranno giudicate da una commissione di esperti mentre un comitato scientifico regionale, costituito presso ogni ufficio scolastico regionale, dovrà monitorare, anno dopo anno, lo svolgimento del corso quadriennale. Spetterà, infine, a un comitato scientifico nazionale, insediato al Miur, decidere se andare avanti con il progetto e proporre una modifica agli ordinamenti scolastici.