Martedì 16 Aprile 2024

"Lì davanti coi colleghi eravamo liberi Vuoi mettere a casa con la moglie?"

Il comico Bertolino tra nostalgia e risate: da consulente consigliavo alle aziende di nasconderci una spia

Migration

di Piero Degli Antoni

Enrico Bertolino, lei ha lavorato per molti anni in banca. La macchinetta del caffè era un elemento insostituibile della vita di ufficio?

"Così preziosa che, da consulente, suggerivo alle aziende di mettere una persona dentro la macchinetta. Perché durante i corsi la gente stava zitta. Davanti alla macchinetta, si lasciavano andare: ‘quello lì è un cog...’, ‘Parlano parlano ma non fanno niente’... Davanti alla macchinetta escono le persone vere. Naturalmente quelli dentro le macchinette dovrebbero avere dei turni, come chi sta dentro i pupazzi a Disneyland. Di cui, tra l’altro, non mi sono mai fidato, perché sanno tutti che sono spie russe".

La macchinetta come luogo di aggregazione e socialità.

"Ricordiamo tutti Camera Cafè, il programma francese poi riproposto benissimo da Luca e Paolo. Dall’obiettivo messo dentro la macchina si coglievano le dinamiche personali. Le macchinette del caffè erano i social di allora, con la differenza che allora c’era un tempo limitato, mentre oggi puoi stare tutto il giorno sulla tastiera a offendere".

Oggi niente più macchinette, solo streaming.

"Quel che manca è la socialità, speriamo tornino le macchinette perché significa che tornano i corsi, i meeting. Molte aziende preferiscono lo streaming perché risparmiano, ma a casa c’è tua moglie, le rotture di scatole, incontrarsi di persona non è come fare zoom. È una scelta dalla quale dobbiamo avere il coraggio di tornare indietro. Però non bisogna tornare indietro per approfittarsene. Io avevo colleghi che quando andavano a prendere il caffè non rientravano mai".