Mercoledì 24 Aprile 2024

L’ex ministro: sono gay Fa outing in diretta tv

Spadafora (5 Stelle) si commuove: voglio sentirmi libero, ora sarò più felice "Sono cattolico, la mia fede non è in contraddizione con la mia vita"

Migration

Pubblico e privato si intersecano, suscitano emozioni, portano le prime fila della politica dal piano delle idee a quello dei sentimenti. Ieri, protagonista di questo intreccio è stato Vincenzo Spadafora, nato ad Afragola, nel napoletano, quarantasette anni fa, esponente di punta del Movimento 5 Stelle, già ministro delle politiche giovanili e dello sport nel secondo governo Conte (il governo “giallorosso“ imperniato sull’alleanza tra Cinquestelle, Pd e Leu).

Spadafora ha fatto, ieri sera in televisione, coming out: sono omosessuale. Ecco le sue parole: "Penso che la vita privata delle persone debba rimanere tale, ma penso anche che chi ha un ruolo pubblico, un ruolo politico, abbia qualche responsabilità in più". E "io l’ho fatto anche per me stesso perché ho imparato, forse tardi, che è molto importante volersi bene e rispettarsi...".

Il deputato M5s, ospite di Che tempo che fa su Raitre fa dunque coming out in televisione e si commuove affrontando il tema della sua omosessualità, che per la prima volta dichiara pubblicamente anche nel suo libro Senza riserve, in politica e nella vita. Ci sono, spiega "due motivazioni" che lo hanno portato a farlo: "Una ragione – sottolinea riprendendo il discorso dopo un lungo applauso – è molto politica: per testimoniare il mio impegno politico, per tutti quelli che tutti i giorni combattono per i propri diritti e hanno meno possibilità di farlo rispetto a quante ne ho io grazie al mio ruolo. Ma anche una testimonianza di tipo religioso. Io sono un cattolico che crede molto nella propria fede, può sembrare in contraddizione, ma non lo è affatto. In politica l’omosessualità viene usata anche per ferire, per colpire l’avversario, con un brusio che io stasera volevo spegnere. Spero di essere considerato per quel che faccio, per quel che sono, e da domani forse sarò più felice perché mi sentirò più libero".

Parole che sanno di liberazione, accolte dal pubblico televisivo con una forte carica di simpatia umana.

Peraltro, Spadafora non ha parlato solo di pubblico e privato. Ha ammesso con franchezza: il rischio di scissione nel Movimento "c’è e io lavoro affinché ciò non avvenga". Per evitarlo, "Conte non interpreti la sua leadership in modo solitario o con il suo ristretto gruppo, coinvolga tutti".

E ancora, sul Quirinale: "Spero che Conte voglia convocare i gruppi: penso che siano finiti i tempi in cui queste cose si decidevano altrove, queste cose si decidono insieme. Dal Movimento 5 Stelle può uscire la linea politica che chiede a Draghi di restare a fare il presidente del Consiglio", per "il bene del Paese". "Conte non ha ancora esplicitato" il suo pensiero sulla corsa al Colle "in modo netto, sarebbe assurdo pensare di deciderlo senza consultare i parlamentari".

red. pol.