Mercoledì 24 Aprile 2024

L’ex manager Mps morto e il giallo delle telefonate

Il colonnello dei carabinieri alla Commissione d’inchiesta: "Trovammo il cellulare di David Rossi, un pm rispose a una chiamata"

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di Pino Di Blasio

Per più di quattro ore il colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, nel marzo 2013 comandante a Siena e oggi al Comando della Scuola ufficiali Carabinieri di Roma, risponde alle domande della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, demolendo le inchieste televisive sui presunti festini hard, attaccando il sedicente escort Matteo Bonaccorsi, definendo "tutte bugie" le rivelazioni dei testimoni su quei party a luci rosse in qualche villa dalle parti di Siena. Poi nell’ultima mezz’ora dell’audizione, incalzato dalle domande del vicepresidente Luca Migliorino, ha raccontato di un sopralluogo ’surreale’ nell’ufficio al Monte dei Paschi, di David Rossi. Con dieci persone in quella stanza, due ore prima che arrivasse la polizia scientifica, con magistrati che rovesciano cestini sul tavolo per trovare appunti e lettere, che si siedono sulla poltrona del manager già caduto dalla finestra. E addirittura che avrebbero risposto al cellulare della vittima. "Il telefono di David Rossi ha squillato un paio di volte - ha raccontato il colonnello Aglieco - una era la telefonata dell’onorevole Santanchè, mi ricordo perfettamente". "Qualcuno rispose a quel telefono?" chiede l’onorevole Migliorino. "Mi sembra di ricordare il dottor Nastasi", è la risposta dell’ufficiale. "Si sono parlati?", altra domanda. "Gli avrà solamente detto ‘Sono il pubblico ministero, richiami’", ha risposto ancora il colonnello dell’Arma, poi sottolineando che il "pm è considerato signore e padrone della scena del crimine".

Antonino Nastasi è uno dei tre magistrati che è tra le dieci persone in quella stanza, mentre David Rossi è sotto un lenzuolo bianco, 15 metri sotto nel vicolo del Monte Pio. Gli altri due sono Nicola Marini e Aldo Natalini, poi ci sono poliziotti e carabinieri. Fino all’audizione dell’altra sera non era emerso ufficialmente che anche il comandante dei carabinieri fosse lì in quei 30 minuti, tra le 21.50 e le 22.20 del 6 marzo 2013. Il colonnello Aglieco ha raccontato ai commissari di aver seguito gli agenti, prima in quel vicolo dove David Rossi è morto, poi nella sua stanza a Rocca Salimbeni. "Quando siamo entrati – ha detto ancora ai commissari – il pm Nastasi si è posizionato sulla sedia di Rossi e ha iniziato a inquadrare la scena. Poi, con una penna ha rovistato nel cestino, prima di rovesciarlo sul tavolo", un’altra novità dell’audizione.

"È normale che un pm risponda a un telefono presente sul luogo del reato?" è l’ennesima domanda. "Francamente non lo so – risponde Aglieco –, se sia normale perché non è previsto da nessuna parte, né sì né no, se sia opportuno forse...". Altri possibili inquinamenti sulla scena del crimine sono i fazzolettini sporchi di sangue ("macchioline di sangue secco" dice Aglieco) e i fogliettini scritti da David Rossi, portati via dai magistrati in un libro. Oltre alla finestra dell’ufficio che sarebbe stata chiusa prima che arrivasse la scientifica, alterando lo scenario dell’evento e alla funzionaria della polizia scientifica che sarebbe entrata in quella stanza solo dopo mezzanotte.

Tornando alla telefonata della Santanché, un dialogo che sarebbe durato 38 secondi, i magistrati hanno sempre negato di aver risposto. E la conferma arriva dalla trasmissione tv Agorà del 30 ottobre del 2017, con la senatrice di Fratelli d’Italia che replica alle domande del giornalista Davide Vecchi, oggi anche consulente della commissione d’inchiesta. "È vera la telefonata, ma nessuno ha risposto. Ricordo benissimo, perché David Rossi era un amico, di averlo chiamato quella sera, di non aver avuto risposta e di aver scoperto dopo che non c’era più".