L’ex commissario imbarazza la Ue "Pagato dalla Ong dello scandalo"

Bufera sul greco Avramopoulos, ha percepito 60mila euro dall’organizzazione pro migranti di Panzeri "Tutto regolare, complotto italiano contro di me". La von der Leyen aveva avallato la collaborazione

Migration

ROMA

Fu autorizzato dalla Commissione europea ad entrare nell’Ong Fight Impunity al centro della rete di Antonio Panzeri, ma a patto di non contattare mai la Commissione a nome dell’Ong. Ma contatti ci sono stati e ora l’organismo presieduto dalla von der Leyen sta indagando se nei due casi si parlò dell’Ong. Scotta il caso dell’ex commissario agli Affari Interni, il greco di Nea Demkratia, Dimitris Avramopuoulos.

Qualsiasi ex commissario, nel cosiddetto periodo di ‘cooling-off’, può agire per conto di altre società, organizzazioni non governative, organizzazioni istituzionali ma solo previo parere del comitato etico della Commissione Ue. Avramopoulos ha dichiarato che il suo incarico "è stato fin dall’inizio senza responsabilità esecutive o manageriali: il comitato a cui ho partecipato, con personalità come Federica Mogherini, l’ex premier francese Bernard Cazeneuve e la senatrice Emma Bonino, era del tutto onorario". Onorario ma, a differenza degli altri, era retribuito.

"Tra febbraio 2021 e febbraio 2022 – ha proseguito – ho ricevuto un onorario, regolarmente dichiarato, di circa 60.000 euro. Il pagamento mensile era di 5.000 euro, che è stato tassato in Grecia. Il mio reddito netto mensile da Fight Impunity era di 3.750 euro". L’ex commissario sostiene però di essere stato autorizzato. Per assumere la carica nell’organismo onorario dell’associazione, ha infatti detto Avramopoulos, "il 10 dicembre 2020 ho avuto il permesso dal Comitato etico indipendente della Commissione Europea e quindi l’approvazione mi è stata data per iscritto dalla presidente von der Leyen" . "Nel febbraio 2022 – ha aggiunto –, poiché l’attività dell’organizzazione era diminuita, ho richiesto e interrotto il contratto e il compenso. Da marzo in poi, la mia partecipazione era effettivamente terminata".

Ma Avramopoulos ha effettivamente evitato di contattare la Commissione Ue? Due suoi tweet mostrano che il 3 ottobre scorso Avramopoulos incontrava a cena la vice presidente della Commissione Vera Jourova. E, all’inizio di luglio, sempre Avramopoulos pubblicava sul profilo twitter una foto che lo ritraeva in Grecia con l’attuale commissario al Bilancio Johannes Hahn. C’entrano con la ong questi contatti? Ed è credibile che quando era sotto contratto non ne abbia avuti altri con la squadra di Von der Leyen? "Stiamo conducendo verifiche interne", ha detto il portavoce della Commissione, Eric Mamer.

Dal punto di vista politico la situazione è molto delicata per le istituzioni europee, perché l’ex commissario è uno dei nomi che erano stati propostiper essere il primo inviato dell’UE nei Paesi del Golfo. Il Servizio europeo per l’azione esterna sta valutando quattro candidati: l’ex ministro degli Esteri italiano Luigi di Maio, l’ex commissario cipriota Markos Kyprianou, Jan Kubis, ex ministro degli Esteri slovacco, ed Avramopoulos. È possibile che il futuro inviato UE per il Golfo sedesse nell’ong di Panzeri che è accusato di aver corrotto alcuni eurodeputati per conto, tra l’altro, di un paese del Golfo, come il Qatar? Chiaramente è almeno inopportuno. Per Avramopoulos c’è "un complotto italiano contro di me" per screditarne la candidatura e "rafforzare" invece "l’appoggio per il candidato socialista italiano", Luigi Di Maio.

Alessandro Farruggia