Levata di scudi contro la patrimoniale. M5s e renziani, altolà al Pd: "Un suicidio"

Di Maio: "No a un’altra tassa che colpisca imprese e lavoratori". La base imponibile sarebbe di cinquecentomila euro per contribuente

Grafico: la pressione fiscale

Grafico: la pressione fiscale

Per i Cinquestelle è un "suicidio". Il gruppo del Pd prende ufficialmente le distanze: "Un’iniziativa di singoli deputati". I renziani non ne vogliono neppure sentire parlare. Mentre l’opposizione spara a zero contro il solito vizio della sinistra "di continuare a tassare gli italiani". Come era prevedibile, l’emendamento alla legge di Bilancio, firmato da un gruppo di deputati Leu e Pd, che introduce una "patrimoniale" per gli italiani che fra conti correnti, azioni e immobili posseggono più di 500mila euro, ha scatenato una bufera di polemiche. Creando nuove fibrillazioni nell’esecutivo che, proprio ieri, ha varato l’ennesimo decreto ristori per venire incontro alle categorie più colpite dalla crisi del Covid.

Per la verità, è da mesi che l’idea di una nuova tassa sui redditi più alti circola nelle fila della sinistra. Qualche mese fa, l’ex ministro Graziano Delrio che, "in piena sintonia con il partito" e quindi con il segretario Nicola Zingaretti, aveva lanciato l’idea di un contributo di solidarietà per i redditi superiori agli 80mila euro. Una sorta di "Covid-Tax" con un impatto di poche centinaia di euro per le soglie più basse fino ad arrivare alcune decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione.

Ma già prima di Delrio l’idea di una patrimoniale era balenata all’ex segretario della Cgil, Maurizio Landini, un "passaggio inevitabile per mettere in sicurezza i conti". L’ultima proposta, firmata fra gli altri da Matteo Orfini, del Pd e da Nicola Fratoianni (nella foto grande) di Leu, prevede una tassa progressiva sui patrimoni che fra ricchezze immobiliari e quelle mobiliari, al netto delle passività finanziarie (come i mutui) superano la soglia dei 500mila euro.

In particolare, l’aliquota sarebbe dello 0,2% fino a 1 milione, dello 0,5% da 1 a 5 milioni, dell’1% da 5 a 50 milioni e del 2% oltre questa soglia.

Solo per il 2021, inoltre, ci sarebbe un contributo straordinario del 3% per i patrimoni che superano il miliardo di euro. La nuova tassa assorbirebbe sia l’Imu che l’imposta di bollo sui conti correnti. I calcoli sono presto fatti. Si partirebbe da mille euro per chi ha un patrimonio di 500mila euro fino a 21mila euro per chi supera i 5 milioni.

Secondo le prime stime, la nuova patrimoniale potrebbe portare circa 10 miliardi di euro in più nelle casse del fisco, che si sommerebbero ai 33 incassati con Imu e imposte di bollo sui conti correnti.

Una stangata che colpirebbe circa mezzo milione di contribuenti, a cominciare ovviamente dal ceto medio. A far scattare immediatamente il semaforo rosso all’ipotesi della patrimoniale sono stati i Cinquestelle. "Siamo sempre stati fortemente contrari ad un’altra tassa per colpire imprese e lavoratori – scrive in un post Luigi Di Maio  – E’ completamente sbagliato colpire imprenditori, commercianti e chi crea posti di lavoro in Italia. In un momento come questo la politica deve dare e non chiedere".

Ancora più caustico il suo collega di Movimento e viceministro dello Sviluppo Economico, Stefano Buffagni: "Ogni volta che leggo certe proposte suicide torno a ripetere che bisognerebbe partire tagliando i soldi ai politici come già facciamo noi del M5s. La patrimoniale non esiste con il Movimento al governo". E ancora. "Non esiste mettere le mani nelle tasche degli italiani. Si parta tagliando gli stipendi ai politici, compreso quello di Orfini". Con una notta ufficiale si smarca dall’emendamento anche il gruppo del Pd: "E’ un’iniziativa dei singoli deputati".

Sul piede di guerra anche i renziani di Italia Viva. "Non serve una patrimoniale ma incentivi per sostenere le nostre imprese e una semplificazione per far partire rapidamente investimenti pubblici e privati".

La solita sinistra che vuole punire casa e rispamio - di Raffaele Marmo