"L’Europa dia armi pesanti a Kiev" L’ammiraglio: così Putin si fermerà

Di Paola e la strategia per arrivare al cessate il fuoco. Mosca ammette: "Perdite significative nell’offensiva"

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di Alessandro

Farruggia

"Se gli europei vogliono davvero che la guerra finisca presto, se vogliono, come è giusto, la pace, c’è un solo modo per ottenerla: permettere agli ucraini di difendersi. Quindi, servono sanzioni ma serve pure la fornitura di armi pesanti, come stanno facendo americani e britannici. Servono sistemi d’arma seri: carri armati, blindati, artiglieria, missili a lunga gittata, aerei. E servono a breve per evitare che Putin vinca nel Donbass. Perché Putin, sia chiaro, accetterà di sedersi al tavolo della trattativa solo se sarà fermato sul campo, non altrimenti". Così l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, già Capo di Stato Maggiore della Difesa e ministro della Difesa, ora senior advisor all’Ispi.

Putin capisce solo il linguaggio della forza?

"In questo momento capisce solo quello. Si chiede: fino a dove riesco ad andare? E poi decide. Infatti la ritirata russa da Kiev e da Kharkiv e Sumy non è avvenuta per caso, ma perché dopo quasi un mese e mezzo Putin ha capito che lì non sarebbe andato da nessuna parte".

Militarmente e strategicamente è stata una decisione sensata?

"Assolutamente. Si sono resi conto che con le forze impiegate non potevano sostenere un fronte di 2mila chilometri contro una resistenza ucraina che avevano sottovalutato largamente. E così hanno ammesso la sconfitta e si sono rioganizzati per concentrarsi sul sud-sudest per prendere tutto il Donbass e tenere la fascia tra la Crimea e il Donbass. In questo modo possono avere una densità di fuoco e di presenza militare maggiore, avendo tra l’altro un sostegno logistico più diretto. Conseguire questi obiettivi consentirebbe loro di accettare un cessate il fuoco e dire in patria che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati".

Quale è la manovra militare che tenteranno i russi?

"Attaccare da nord, da Izium, e da sud, da Mariupol, per prendere Sloviansk e con una manovra a tenaglia chiudere in una grande sacca le forze ucraine, alcune delle loro migliori, schierate sulla linea di contatto del Donbass. Se avvenisse, per i russi sarebbe una vittoria considerevole, ma gli ucraini lo sanno bene e stanno predisponendo le linee di difesa perché questo non avvenga".

ll ministro degli esteri ucraino Kuleba ha detto che il Donbass "vi ricorderà la Seconda guerra mondiale". È così?

"È quel che verosimilmente potrebbe succedere. I russi tenteranno una grossa offensiva. Avevano schierato 190mila uomini, hanno avuto significative perdite umane e materiali e abbiamo visto decrescere di grossomodo un quinto la efficenza bellica delle loro truppe in Ucraina. È molto, ma quello che resta a Mosca è una potenza di fuoco notevole, sufficiente per attaccare nel Donbass, un teatro molto più limitato".

Abbastanza per vincere?

"Gli ucraini hanno la possibilità di resistere, se verranno loro date le armi che servono. Ricordo che chi si difende ha un vantaggio rispetto a chi attacca: chi attacca deve avere un rapporto di superiorità almeno di 3 o 4 a uno. Se gli ucraini sono equipaggiati in maniera seria, è chiaro che possono farcela, anche perchè hanno un grosso vantaggio: hanno morale e motivazione, combattono per la loro terra. Però, di contro, non facciamo l’errore di sottovalutare i russi. Avranno anche loro imparato la lezione della sconfitta di Kiev. Sarà uno scontro duro. Per resistere al quale, ribadisco, servono armamenti pesanti".

Uno scontro di settimane o di mesi?

"Non credo di settimane, ma di mesi. Come minimo un paio".

Se dovesse vincere in poche settimane nel Donbass, Putin si fermerà?

"Ammesso e non concesso che ci riesca, e io spero e credo che non ci riuscirà, se riterrà che il costo di quell’operazione è stato esorbitante, probabilmente si fermerà. Se invece sarà stato relativamente basso, il che non penso, continuerà ad avanzare fino al fiume Dnepr, che taglia l’Ucraina in due. Per questo bisogna fornire all’Ucraina materiale militare di qualità. Per fermare Putin e così portarlo al tavolo delle trattative facendogli fare buon viso a cattivo gioco".