di Ettore Maria Colombo "È tutto completamente per aria e non è per colpa nostra. Se le cose restano così domani mattina (cioè oggi, ndr) votiamo ancora scheda bianca", allarga le braccia Enrico Letta, durante l’assemblea dei Grandi elettori del Pd, che si tiene a Montecitorio e inizia alle 21.30, per non chiudersi prima di notte fonda. Il deputato – e costituzionalista dem – Stefano Ceccanti, a sprezzo del pericolo (non potrebbe), fa la diretta Twitter (un vero live blogging dell’assemblea) e le notizie ai giornalisti arrivano così perché, per il resto, il Pd è chiuso in un riserbo serio e pesante. Letta mette i puntini sulle ‘i’ sempre in assemblea dicendo che "venerdì voteremo un presidente autorevole e super partes, qualcuno sarà contento e qualcuno meno". Una previsione che, fosse vera, sarebbe pure una notizia. Ma sarà così? Non si sa, ma il segretario dem ci crede. L’altra notizia è che "l’accordo dovrà tenere insieme tutta la maggioranza", il che però non è per nulla facile. "È una trattativa difficile perché dal centrodestra sono arrivati tutti no. I nostri no erano pubblici, i loro una lunga sfilza di no privati. Per ora il centrodestra nella sua interezza ha detto di no a tutte le nostre ipotesi di personalità terze: Mattarella, Draghi, Amato, Casini, Cartabia, Riccardi". E poi sull’attuale premier: "Dobbiamo fare di tutto per evitare di perdere Draghi, di qualsiasi ruolo si tratti". I rapporti con Salvini ci sono, ma sono pari a zero. Invece, l’asse Letta-Renzi, il nuovo e inedito asse della politica italiana, regge per tutto il giorno, contro l’asse Salvini-Conte che va avanti ormai da giorni e sembra persino, a tarda sera, che possa concretizzarsi nella candidatura di Pier Ferdinando Casini al Colle, ma fino a notte fonda nessuno può dire l’ultima parola. Neppure Renzi, che spinge ...
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