Giovedì 18 Aprile 2024

Letta aspetta la vera mossa del centrodestra

Barricate contro l’ipotesi Berlusconi. Ma manca il nome di un candidato unitario del centrosinistra. Oggi la Direzione Pd

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Costernati. Di più: indignati. Macché, ce lo aspettavamo. È solo tattica. Vogliono il muro contro muro. E adesso Matteo Renzi che cosa farà? Grande, grandissima è la confusione sotto il cielo del centrosinistra. "Anzi – afferma un senatore che però non vuole apparire – diciamocela tutta: la pallina ce l’hanno quelli di là", cioè Berlusconi, Salvini e Meloni.

Sia quel che sia, nelle stanze dei palazzi del centrosinistra, il ragionamento è così articolato. La premessa: se lo aspettassero o meno, molto dipende da condizioni oggettive. Il leader del Pd Enrico Letta ha un gruppo parlamentare a lui non particolarmente affezionato. La leadership di Giuseppe Conte sui suoi grillini è debole: non ha consolidato il suo potere e, soprattutto, in futuro non potrà garantire alcunché ai suoi ragazzi, complice anche la tanto voluta (in molti si sono pentiti amaramente...) riduzione dei parlamentari.

E ancora: la mossa del centrodestra di portare avanti la candidatura di Berlusconi è solamente tattica o ha qualcosa di vero? Cioè, ci sono i numeri per un eventuale ingresso del Cavaliere al Quirinale? Per il momento il centrosinistra continua a ripetere che Berlusconi è ipotesi da fantascienza. Di più, Pd e M5s sono uniti: "Proposta irricevibile". Con Conte che picchia: "Il centrodestra non blocchi l’Italia. Qui fuori c’è un Paese che soffre e attende risposte". Più attendista Letta (ma il nome di "alto profilo" evocato non c’è): "Dobbiamo avere un approccio costruttivo, metterci tutti attorno a un tavolo per trovare una soluzione condivisa". Approccio costruttivo che il leader dem dovrà spiegare oggi in occasione della Direzione allargata ai gruppi parlamentari. Insiste l’ala sinistra dei dem con Matteo Orfini: " La candidatura di Berlusconi è una provocazione, e allora si reagisce con una provocazione. Sono d’accordo con l’idea di Letta di uscire dall’Aula, di non partecipare al voto". Giusto, rincara la dose Federico Fornaro di LeU, perché così "non ci sarebbero ombre sul voto, nessuno potrebbe dire che qualche esponente del centrosinistra ha ceduto alle lusinghe di Berlusconi".

Ma il dato di fondo è che il centrosinistra sa di aver perso, almeno per ora, il boccino. In diversi ammettono: "Lui, il Cavaliere ha qualcosa che noi non abbiamo: una perfetta macchina organizzativa. Efficiente". Chi, invece, non si strappa le vesti è il leader di Italia viva Matteo Renzi: "Oggi fanno melina, catenaccio a centrocampo". Insomma, giochi apertissimi. E se tornasse l’ipotesi Mattarella? Renzi non ci crede sia perché ha detto di non essere disponibile, sia perché non si immagina Salvini che va a chiedere una candidatura bis. Duro il numero uno di Azione Carlo Calenda: "I bambini giocano. Sanno che a scrutinio segreto non voteranno Berlusconi, ma non possono dirlo perché ha un sacco di televisioni".

Altro interrogativo: per quanto tempo il centrosinistra andrà avanti senza un nome e in ordine sparso? Non rischia di spaccarsi ulteriormente? Per Arturo Scotto, coordinatore di Articolo 1, il centrodestra "rinuncia a fare politica" perché "non siamo di fronte a un’operazione divisiva, ma degenerativa". Netto no al Cavaliere anche da Fornaro: "Una decisione che complica oggettivamente il percorso e rappresenta un macigno posto deliberatamente dal centrodestra sulla strada maestra di una ricerca condivisa di un Presidente". Resta un altro nodo: i Cinquestelle. Che non vogliono Berlusconi, ma che hanno beghe toste al loro interno. Tra la volontà di alcuni di non essere a rimorchio del Pd e chi vuole rinsaldare sempre più l’asse con Letta.

Sullo sfondo (anche se il Colle non cambia di una virgola la sua posizione) un estremo appello a Mattarella per un bis. Appello come una sorta di chiamata al capezzale della repubblica di un gigante della politica. Però di questo si parlerebbe a scrutini avanzatissimi. Ora c’è da ragionare sui tempi e i modi. Col centrosinistra che qualche dubbio, nonostante le apparenza,e ce l’ha. E se il centrodestra facesse davvero sul serio?

Beghe che si aggiungono alle suppletive a Roma per il seggio che fu di Roberto Gualtieri. Con la sinistra che va divisa come non mai. Brutto segno alla vigilia della prima chiama per il Colle...

francesco ghidetti