di Ettore Maria Colombo Al Nazareno, come è ovvio, sono molto preoccupati. Il segretario, Enrico Letta, apre la Direzione del suo partito e commenta quanto accaduto in commissione Affari sociali della Camera durante l’esame del decreto Covid. "A me ha colpito un po’ – dice Letta (nella foto) con aria grave - che dopo quello che è successo l’altra volta con tutti i partiti che dicevano ‘non risuccederà mai più’, poi la Lega come se nulla fosse abbia votato provvedimenti fuori da una logica di maggioranza e contro il parere del governo. Noi chiediamo serietà a noi stessi e a tutti perché è l’unico modo perché il lavoro chiesto a Draghi vada avanti con efficacia". Insomma, il Pd si pone sempre di più come il ‘partito di Draghi’. Tanto che sembra di sentire il premier quando Letta fa l’elenco delle cose da fare: "Delega fiscale, concorrenza e appalti sono tre provvedimenti del governo e le condizioni per ottenere i soldi del Pnrr. Nessuno può immaginarsi che i soldi tardino per colpa del Parlamento o delle istituzioni. Sono partite essenziali per il rilancio dell’economia". Letta, cioè, intende ‘tutelare’ la figura del premier – oltre che del governo – per l’oggi e per il futuro. Ma gli spazi di autonomia non mancano. Letta vuole impegnare il Pd su almeno tre temi. Il primo è quello dell’eutanasia, portando a casa la legge in discussione in Parlamento, dopo la bocciatura del quesito referendario. Gli altri due temi riguardano la riforma della giustizia e gli altri referendum, passati al vaglio della Consulta. "Sulla custodia cautelare e sulla legge Severino c’è la nostra netta contrarietà. Rispetto a quei referendum, se non ci saranno modifiche in Parlamento, proporrò al partito di votare no a quei due referendum. L’abrogazione della custodia cautelare e della legge Severino porterebbe molti più ...
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