Mercoledì 24 Aprile 2024

L’età del genio Quando il mondo era davvero in mano ai ventenni

Poeti, santi, navigatori, scienziati: la Storia è stata fatta dai giovani. E adesso? Nell’epoca dell’indeterminatezza e degli eterni ragazzi. a 40 anni si è ancora mammoni e a 50 già troppo anziani

Viviana

Ponchia

Alessandro Magno sconfisse i greci nella Battaglia di Cheronea a 18 anni, mise in piedi uno dei più colossali imperi dell’antichità e diffuse la cultura ellenica nel Mediterraneo. Non fu mai sconfitto sul campo. A 32, quando oggi grazie al Cepu quel vostro amico forse riesce a laurearsi, morì di malattia, forse malaria. Sempre a 18 anni Johan Sebastian Bach compose la "Toccata e fuga in re minore", a 23 si sposò e mise in cantiere il primo dei suoi 20 figli, mentre quel vostro amico bivacca a casa dei genitori, aggiorna il profilo Linkedin e ascolta "Fino a farci scomparire" di Diodato.

Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane, scriveva Italo Calvino. Ma c’è stato un tempo in cui la storia voleva bene ai giovani e li metteva in condizione di essere completi già da bambini come Giacomo Leopardi, che a 11 compose la poesia Santo Natale, premessa per accedere all’Infinito a 21. Senza scomodare il talento inarrivabile, avete tutti un nonno uscito vivo dalla Seconda guerra mondiale con una voglia pazzesca di ricostruire e la possibilità di farlo. Un nonno che ha fatto i soldi con le demolizioni o con le carni macellate, che voleva scalare le gerarchie dell’Olivetti e della Fiat, anche per orgoglio di squadra, e comunque non restava disoccupato. Si è trovato la fidanzata e l’ha sposata in fretta dando retta a Gianni Agnelli ("ci si innamora a vent’anni, dopo si innamorano soltanto le cameriere"), ha comprato la prima casa e poi la seconda a Diano Marina, dove i nipoti senza un euro in tasca continuano a fare le vacanze così sono vicini se li chiamano per uno stage. In un’intervista Umberto Galimberti compiange questa generazione fra i 15 e i 30. Hanno il massimo della potenza sessuale ma non fanno bambini, il massimo della potenza ideativa e però se sono fortunati rimediano un contratto a progetto. Il filosofo giustamente si incupisce: "Quando gli adulti si rivolgono a loro dicendo ai miei tempi dicono un’oscenità perché i nostri tempi erano generosissimi". E il futuro? Se non una vera e propria minaccia, non è però nemmeno una promessa, parole ancora di Galimberti.

Che cosa hai fatto tu che piangi della tua giovinezza, domandava Paul Verlaine. Poi ci sono le eccezioni come Evan Thomas Spiegel, il co-fondarore dell’applicazione di messaggistica istantanea Snapchat classe 1990, che invece ride ma non fa testo: è stato sempre talmente ricco e viziato che al momento della separazione dei genitori scelse di andare a vivere con la mamma perché papà si rifiutava di comprargli una Bmw da 75 mila dollari. Gli altri solo "boh", come se un sortilegio li avesse paralizzati. "Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica" tuonava Salvador Allende. Ma per rovesciare che cosa, per prendersela con chi. Sardine, amici di Greta a passeggio il venerdì, altro all’orizzonte non si vede, d’altra parte con il caldo che fa. Mark Zuckerberg, Steve Jobs e Bill Gates sono arrivati un attimo prima che il meccanismo si inceppasse e il padre di Bill racconta di un figlio adolescente polemico fino all’arroganza: per calmarlo doveva tirargli l’acqua in faccia, lo psicologo si limitò a constatare una cruda predisposizione al comando. Insomma uno che ad Allende sarebbe piaciuto. Ma il momento attuale è troppo strano, i confronti irrispettosi. Va bene, nel 1915 Lawrence Bragg prese il Nobel per la Fisica a 25 anni, superato in precocità solo nel 2014 dall’attivista Malala Yousafzai cui a 17 andò quello per la Pace. E sì, William Pitt il Giovane diventò primo ministro del Regno Unito a 24 anni, ma parliamo del 1783, il secolo di Mozart e dei suoi prodigi infantili al clavicembalo. A 20 anni Cesare Augusto, primo imperatore di Roma, fu fatto senatore. Giovanna D’Arco a 17 capovolse le sorti di una guerra. I Beatles cambiarono la storia della musica in 7 anni e quando nel 1970 si separarono erano tutti sotto i trenta. La peggiore di tutte, la più sleale, quella che tirano fuori i genitori senza più argomenti, spiega come siamo messi: forse te lo sei dimenticato, ma a 33 un ragazzo di Nazareth era già morto e risorto.