L’estate italiana? Avrà 7mila voli in meno

Le stime fra luglio e settembre. Ieri altra giornata nera negli scali internazionali, British Airways cancella centinaia di viaggi

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di Antonio Troise

Negli aeroporti decolla ancora il caos. Voli cancellati, ritardi abissali, proteste infinite e nervi a pezzi. Ancora una giornata nera per chi ha dovuto viaggiare. Ieri l’ennesimo annuncio da parte della British Airways che, con il classico aplomb anglosassone, ha annunciato che cancellerà "a malincuore" altre centinaia di voli nella stagione estiva. E neanche l’Italia sarà immune dal "contagio". I problemi che si registrano in quasi tutti gli scali europei e americani avranno effetti a cascata anche da noi.

Tra il primo luglio e il 30 settembre, secondo le prime stime, saranno almeno 7mila i voli cancellati in Italia e oltre 41mila in Europa. Ma la situazione potrebbe notevolmente peggiorare. Nel Vecchio Continente, a rischio di cancellazione, ci sarebbero almeno 140mila voli fra luglio e agosto con un esercito di 1,8 milioni di passeggeri regolarmente prenotati che rischiano di restare a terra. Per fronteggiare l’emergenza oggi il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, ha convocato un tavolo con gli attori del settore anche se, ha chiarito, "servirebbero interventi europei e un cambiamento di comportamenti di imprese non basate in Italia".

ANCORA SCIOPERI

La situazione potrebbe rapidamente peggiorare da martedì prossimo, quando scatterà una raffica di proteste del personale aeroportuale iscritto alla Confederazione Unitaria di Base. Fino al 29 luglio ci sarà il blocco degli straordinari e, il 17 luglio, uno sciopero di 4 ore dalle 14 alle 18. Inoltre Uiltrasporti e Filt Cgil hanno "prontamente ridotto" da 24 a 4 le ore di sciopero proclamato in EasyJet, Ryanair, Malta Air, Volotea e Crewlink per il 17 luglio, accogliendo la richiesta della Commissione di Garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

LE CAUSE DEL DISASTRO

La verità è che l’intero settore del trasporto aereo, dopo due anni di Covid e scali praticamente deserti, si è trovato letteralmente spiazzato dalla domanda di voli, che si è rivelata molto più forte del previsto. Tutto questo ha creato dei veri e propri colli di bottiglia sul versante dell’offerta, dal momento che le compagnie aeree e gli aeroporti hanno drasticamente ridotto il personale durante gli anni della pandemia ed oggi faticano a stare al passo con la richiesta. Il risultato è che mancano piloti, personale di bordo, controllori di volo e operatori aeroportuali. Con ritardi e disservizi in tutti gli scali, a partire dallo smistamento dei bagagli. Non basta. Per cercare di fronteggiare l’emergenza, le principali compagnie hanno costretto i lavoratori a turni massacranti, con il risultato di scatenare una ondata di scioperi e di proteste, in particolare fra i dipendenti delle "low cost", come Ryanair e Easyjet. Il caos rischia di compromettere le prospettive di ripresa del settore turistico.

IL DANNO ECONOMICO

"La situazione è molto grave – spiega Ivana Jelinic, presidente di Fiavet, la federazione che riunisce le imprese di viaggi e turismo –. Se le previsioni saranno confermate centinaia di migliaia di utenti vedranno le loro vacanze a rischio e il danno potenziale potrebbe essere milionario". Senza contare, poi, l’ulteriore aggravio per i passeggeri: "Riprenotare un volo dall’oggi al domani ha costi che schizzano alle stelle". Certo, i consumatori, in caso di cancellazione del volo, hanno diritto, oltre al rimborso del biglietto, anche a un indennizzo di 600 euro. Senza contare l’assistenza che compagnie sono tenute a prestare a chi resta a terra.