MILANO Cambiano la geografia dello spaccio e i flussi, ma anche la qualità della droga nel quartiere milanese di Rogoredo. "L’eroina ’nera’ e la ’bianca’ che circolano sono tagliate male, con farmaci. I ragazzi dicono che dopo la ’botta’ scende subito. Il principio attivo è basso ed è il motivo per cui hanno bisogno di farsi di continuo: c’è chi si avventura fra i binari venti volte al giorno. La sostanza costa sempre meno e ci sono spacciatori che si accontentano di un paio di scarpe". A dirlo è Simone Feder (in foto), coordinatore dell’area Giovani e dipendenze della Casa del Giovane di Pavia, psicologo, educatore, autore del libro ’Alice e le regole del bosco’ (Mondadori). Ogni mercoledì sera, da cinque anni, si reca nella zona a sud est di Milano con la sua squadra di volontari: portano acqua, cibo e libri per agganciare tossicodipendenti verso il recupero. Non ne avrebbe bisogno perché il centinaio di posti della sua comunità è sempre in overbooking, "ma stare in strada è l’unica maniera per stabilire una relazione con i ragazzi". Com’è cambiato Rogoredo? "La parte destra di via Sant’Arialdo, dove c’è il boschetto, si è rigenerata dopo il piano di intervento avviato dopo il 2019. Il flusso è diminuito, ma il commercio di sostanze non è scomparso: si è spostato lungo i binari della ferrovia". Quante persone incontra? "Settanta, anche ottanta. Fantasmi della disperazione. La maggior parte uomini, italiani, dai 18 ai 60 anni. Non mancano le donne. Da quando è finita la scuola incrociamo anche studenti. Per alcuni giovani è quasi un rito di iniziazione avventurarsi qui". Nei boschi del Varesotto c’è una dinamica servo-padrone fra tossici italiani, che fungono da autisti, e boss maghrebini che non lesinano in punizioni e torture. C’è un incremento della violenza anche a Rogoredo? "Il seme della violenza è anche qui. La cattiveria obbedisce a una logica di controllo del territorio. Ci sono donne che mercificano il loro corpo coi pusher marocchini, diventando schiave. E chi si vende a cinque euro". Cosa pensa della legalizzazione della cannabis? "La politica dovrebbe avere altre priorità: il principio della cannabis oggi è al 33%. È droga, punto". Annamaria Lazzari