Arrestato Leonardo Badalamenti, figlio dello storico boss di Cosa nostra

L'uomo è stato fermato in casa della madre in provincia di Trapani. Era ricercato dal Brasile dove viveva sotto falsa identità

Direzione investigativa antimafia (Dire)

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Trapani, 5 agosto 2020 - Arrestato a Castellammare del Golfo (Trapani) il figlio di Tano Badalamenti, storico boss di Cosa nostra prima dell'avvento dei Corleonesi di Totò Riina. Il sessantenne Leonardo Badalamenti è stato fermato in casa dalla madre dalla Dia di Palermo in esecuzione di un mandato di cattura internazionale emesso dall'autorità giudiziaria di San Paolo, in Brasile, per il quale risultava latitante dal 2017. E' accusato di associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti e falsità ideologica. Nel Paese sudamericano, infatti, il secondogenito di don Tano andava in giro con un'identità falsa, quella dell'uomo d'affari brasiliano Carlos Massetti. 

Insieme con la famiglia, incluso il padre riconosciuto successivamente mandante dell'omicidio di Peppino Impastato, Badalamenti jr si era rifugiato  in America per sfuggire alla guerra di mafia avviata dai corleonesi che ambivano, riuscendoci, al controllo di cosa nostra. Una vera e propria epurazione nei confronti chi era considerato un ostacolo ai progetti di espansione di Salvatore Riina, Bernardo Provenzano e Leoluca Bagarella. Dal 15 gennaio 1993 - giorno in cui Riina fu arrestato dai carabinieri - si ebbe un lento ma progressivo rientro dei cosiddetti "scappati"e dei loro discendenti. 

In Brasile Leonardo Badalamentiaveva registrato la nascita del suo primo figlio chiamandolo come il nonno, Gaetano. E qui era già stato arrestato nel 2009: quella volta fu il Ros dei Carabinieri a mettergli le manette nell'ambito di un'operazione che portò all'arresto di altre 19 persone accusate, in concorso, di associazione mafiosa, corruzione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e trasferimento fraudolento di valori. 

Su Badalamenti c'erano una serie di inchieste da parte delle autorità brasiliane. È stato infatti indagato perché, secondo gli inquirenti, era a capo di un'organizzazione criminale impegnata tra il 2003 e il 2004 a negoziare titoli di debito pubblico emessi dal Venezuela attraverso l'intermediazione di un funzionario corrotto del Banco centrale. Titoli che servivano per garantire l'apertura di linee di credito in istituti bancari esteri. Ed è stato accusato di aver tentato una truffa ai danni delle filiali della Hong Kong Shanghai Bank, della Lehman Brothers e dell'Hsbc per un importo di diverse centinaia di milioni di dollari. 

In attesa dell'estradizione, Badalementi è stato trasferito nel carcere Pagliarelli di Palermo.