Era solo questione di tempo affinché i narcos, che imperversano ormai da anni a Rosario, in Argentina, posassero gli occhi sul patrimonio dei Messi. Il messaggio giunto all’alba di ieri – 14 pallottole e un "pizzino" in perfetto stile mafioso – ha scosso l’opinione pubblica non solo argentina, ma mondiale. Le pallottole erano dirette a un supermercato della famiglia di Antonela Roccuzzo, la moglie del miglior giocatore del mondo, e il pizzino era diretto a Lio: "Messi stiamo aspettando, Javkin è un narco, non ti proteggerà". Il messaggio sembra alludere a una richiesta di pagamento non effettuata e fa riferimento anche al sindaco della città di cui è oriundo il capitano della ‘Seleccion’, Pablo Javkin. La realtà di Rosario, la città argentina con il più alto tasso di omicidi, infestata dai narcos e soprannominata da tempo come ’la Chicago argentina’, ha finito per toccare anche l’uomo più amato del paese. Messi non ha mai tagliato le radici con la città da dove proviene. Barcellona o Parigi per lui non rivaleggiano con la sua Rosario.