Lei sfidava i bulli, lui è un fantasma. Il mondo (virtuale) di Chiara e Marco

La vittima con cinque account social, tra selfie e canzoni di Ermal Meta. Il killer senza amici anche su Internet

Chiara Gualzetti mentre tira con l’arco

Chiara Gualzetti mentre tira con l’arco

"Questo ragazzo? No, non lo conosco". Nel piccolo paese tra le colline della Valsamoggia da cui qualche anno fa partì il giovane terrorista della strage del London Bridge, l’assassino adolescente di Chiara è ancora un fantasma. Pochi hanno presente chi sia Marco (il nome è di fantasia). Anche quando viene mostrata loro la foto, restano perplessi: "Mai visto". Solo un ragazzino, anche lui adolescente, lo riconosce: "Lo vedevo qualche volta alla fermata del bus, ma non siamo amici".

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Amici. Marco di amici ‘reali’ ne ha pochi. Frequenta un bar nella zona bassa della frazione. Qui qualcosa di lui sanno: "Sta sempre assieme a un altro ragazzo, a scuola non va più. Ora frequenta un centro". Il pomeriggio, poi, va spesso al circolo ‘Il castelletto’, di Castelletto di Serravalle, una manciata di chilometri da casa. Sempre solo. O assieme al suo unico amico. Il resto della sua giornata Marco, come tanti ragazzi della sua età, lo spende sui social. Ha un account su Instagram e uno su TikTok. Pochissimi follower, si contano sulle dita della mano. Sul suo profilo Marco mostra il fisico magro e nervoso, accompagnato da commenti del tipo: "Bisogna combattere per volere ciò che si vuole... anche se spesso è meglio aspettare". Anche sui social, però, gli scambi di Marco sono limitati. I commenti sotto le foto sono solo quelli del suo amico del cuore. Un contesto di isolamento, a cui neppure il grande calderone di Internet riesce a dare sfogo.

Chiara Gualzetti, invece, ha riversato la sua voglia di condividere sui social. Ha tre account su TikTok, è su Instagram e anche Facebook. Canta canzoni di Ermal Meta, accenna balli al ritmo di reggaeton e applica al viso filtri con naso e orecchie da cane e stelline. Anche lei ha pochi follower, ma non le importa: quello è il suo diario personale e globale, dove condivide momenti di gioco e sconforto. "Up, with my wings... Arciera del Melograno, amo la musica, mi affeziono facilmente e sono un gran disastro", si legge nella descrizione della sua pagina Instagram. ‘Chiaretta’ non si sente perfetta, ma reagisce sempre.

‘Be yourself’, sii te stessa, scrive. Replica anche alle cattiverie e al bullismo social: su un post dell’anno scorso, dopo aver pubblicato delle offese ricevute su WhatsApp, Chiara scrive: "Da piccola ero una persona ingenua.. Ho fatto tanti errori nella vita lo so... Probabilmente non ho ancora una reputazione... Ed in compenso ho tanti nemici... Però sto cercando di farmi una vita.. Sono stata stupida... Ma ciò non vuole dire che... Possano continuare a rovinarmi... So che può essere divertente prendere in giro chi è più debole... Mah... Giocare con la vita degli altri... È pericoloso... Soprattutto se si gioca con una persona come me... Perché sto affrontando i problemi della vita ma non mi sento abbastanza forte per... Continuare ad affrontare voi... Che mi tormentate da anni con le prese in giro...".

Sentimenti complicati e conflitti adolescenziali, a cui Chiara cerca una risposta reale. Perché fuori dal buio che i social possono creare, Chiara ha le sue amiche, ha il tiro con l’arco (con il Melograno partecipava alle rievocazioni storiche medievali), ha il suo cagnetto e i suoi gatti. Il cagnetto che ieri, affacciato oltre il cancello della casa di via Abbazia, aspettava ancora Chiara, per fare una passeggiata insieme, un altro video su TikTok. Chiara, invece, non tornerà più. Uccisa a pochi passi da casa, da Marco. Che non aveva conosciuto sui social, ma con cui si rapportava, prevalentemente, così. Quell’amico che le piaceva e con cui parlava, fitta fitta, da giorni su WhatsApp. Di vita. Di amore. Di morte. E ora, sotto i suoi video, sotto le sue foto, sono apparsi migliaia di commenti. "Perdonaci Chiara, se non siamo riusciti a proteggerti".