Martedì 23 Aprile 2024

Legge Zan, oggi battaglia in Aula Ma aleggia lo spettro del rinvio

Letta tiene duro, la partita si giocherà sui voti segreti. Tensione Pd-renziani

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Oggi fischio d’inizio della partita del ddl Zan nell’Aula del Senato. La Lega chiederà di rinviare il testo in Commissione, "ma bisognerebbe che ci fosse una maggioranza in Aula e non c’è", dice un esponente di Italia viva. Prevedibile che vengano bocciate le pregiudiziali di costituzionalità, poi la conferenza dei capigruppo fisserà il termine degli emendamenti. Ma dopo l’avvio della discussione del provvedimento contro l’omotransfobia ci saranno almeno tre settimane di dibattito e, considerando le altre priorità sul tavolo (dal voto per i componenti del Cda Rai alla legge sul processo civile a agli altri decreti da convertire), l’ipotesi più accreditata è che si vada a settembre. Anche per evitare la battaglia dei franchi tiratori e le possibili conseguenze nel governo.

In ogni caso la conta dei voti è già partita. La linea del segretario dem non cambia: Salvini non è affidabile, si vada nell’emiciclo e si vedrà lì se Italia viva e Lega vogliono unirsi in un abbraccio mortale votando insieme emendamenti. Chi non intende dire sì alle modifiche sugli articoli 1, 4, e 7 del testo può contare su 145 sì, mentre il centrodestra sulla carta si attesta sui 134 voti. La Lega oggi (il presidente della Commissione Giustizia Ostellari ha convocato una riunione) tenterà l’ultima mediazione, ma il clima è da muro contro muro.

Decisivi saranno i 17 senatori di Italia viva, ma anche i 46 del gruppo misto, formato per lo più da ex pentastellati. Alcuni, riflettono nel fronte pro ddl Zan, sono recuperabili. Ma la battaglia si deciderà nei voti segreti. Non li chiederà il Pd né Italia viva, ma il centrodestra sì. Il Pd punta a compattarsi, si ritengono persi pochi voti , altri sono in bilico.

I cattolici e base riformista continuano a ritenere utile trovare un’intesa senza che si vada alla guerra finale. Ma nel centrodestra dovrebbero essere pochissimi a sfilarsi. Certo l’ok dell’azzurra Masini, ma anche chi ha dei dubbi chiede che si percorra la strada delle modifiche. Al momento quindi non ci sono margini per un accordo, con il Pd, Leu e il Movimento che intendono andare avanti sul testo così com’è. "Torno a Roma in Aula perché c’è questo ddl Zan da bloccare o quantomeno da cambiare in Parlamento", dice Salvini. "Il problema non è Fedez, è chi lo ha eletto nuovo capo della sinistra", afferma Renzi.