Legge Zan, il Pd ora vuole trattare I militanti Lgbt: "Così ci tradite"

I dem temono di non avere i numeri. Letta incarica il padre del ddl di cercare una mediazione. Italia Viva, ago della bilancia, canta vittoria. Renzi: "Hanno capito che senza modifiche non passa"

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di Elena G. Polidori

"Posso dire solo una cosa, di Alessandro Zan io mi fido. E Letta ha affidato a lui l’esplorazione…". Franco Grillini, “leggendario“ presidente di Arcigay, è a Bologna davanti a un piatto di tagliatelle al sugo, ma il “fiero pasto“ non lo distoglie dal vero piatto caldo politico del momento, ovvero l’apertura di Enrico Letta al tentativo di trovare un nuovo accordo sul ddl Zan che proprio oggi riprende il suo iter al Senato. "Chiederò a Zan – ha detto infatti il segretario dem – di fare un’esplorazione con le altre forze politiche per capire le condizioni che possano portare a un’approvazione del testo rapida".

Modificare il testo significa dover tornare alla Camera, ma i dem temono di non avere i numeri neanche a Palazzo Madama. Italia Viva è l’ago della bilancia e Matteo Renzi gongola: "Hanno capito che senza modifiche rischia di non passare". "La cosa importante – ecco la strategia di Zan, mentre infuria il dibattito – è superare l’ostacolo della cosiddetta tagliola, il non passaggio agli articoli proposto da Fd’I e la Lega. Se dovesse passare questo la legge morirebbe". Zan, a quanto si apprende, sarebbe pronto a trattare anche sull’articolo 1 del testo, quello – controverso – sull’identità di genere, mentre vorrebbe mantenere la stesura "degli articoli 2 e 3, che si richiamano alla legge Mancino". Di tutto questo, il primo firmatarario del testo parlerà oggi con gli altri interlocutori per cercare di "arrivare a una mediazione che non sia una mediazione al ribasso".

"D’altra parte – prosegue Grillini, davanti ad uno scenario comunque di possibile lotta dura sul testo – bisogna capire che il mondo è cambiato: guardate i risultati delle ultime elezioni e vedrete che tutti i candidati Lgbt sono stati eletti con successo e che a Torino, solo per dirne una, la Chiara Foglietta è una rappresentante di una famiglia arcobaleno con tanto di figli, quindi di che cosa stiamo parlando? Di eliminare la parte che riguarda l’identità di genere che tanto infastidisce i vari Ostellari, Pillon e compagnia al seguito? Ma se quella dizione è stata copiata e incollata dentro il testo da tutte le leggi europee che si occupano della materia? Insomma, diciamo che mi fido di Letta e Zan ma solo perché ho sentito dire dal primo che l’apertura a delle modifiche non dovrà toccare cose fondamentali, sostanziali".

Insomma, tocca trattare con Renzi e con il centrodestra che, con Lucio Malan (Fd’I) chiarisce che il ddl Zan, anche se modificato "sarebbe inaccettabile", un po’ come ribadiscono i leghisti Andrea Ostellari e Simone Pillon, quest’ultimo fin troppo chiaro sulle intenzioni finali: "Dopo le critiche da tutto l’arco costituzionale, dal mondo Lgbt, dalle femministe e perfino dal Vaticano, ora anche Letta prende atto che il ddl Zan è impresentabile. Meglio tardi che mai".

Ma torniamo al fronte pro-Zan. Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, si mostra assai meno dialogante di Grillini: "Non si scappa: se si modifica qualcosa, è finita. Perché nessuno, neppure Letta, riuscirebbe a garantire la chiusura dell’iter per fine legislatura. Poi: quali sono le forze politiche con cui il deputato Zan viene mandato a trattare? ". "Io capisco che senza quei voti non si riesce a fare nulla – commenta Samanta Miriam Ester Trapanotto, vicepresidente dell’associazione Libellula, che si occupa di transgender, immigrati e diritti Lgbt – ma a quel testo che ora sta in Senato non va tolto nulla. Insomma, giù le mani dalla legge Zan! Non scendiamo a compromessi".