Giovedì 25 Aprile 2024

Legge Zan, il Papa rompe gli indugi "Da cambiare: viola il Concordato"

La decisione di scrivere al governo è stata di Francesco. Il Vaticano rivendica la libertà di missione ed educativa

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di Ettore Maria Colombo

"Non bloccare, ma rimodulare" è lo slogan della Santa Sede sul ddl Zan. E, di certo, fa scalpore. Uno scontro così duro, tra Chiesa cattolica apostolica romana – di cui la Città del Vaticano è lo Stato autonomo che gode di extraterritorialità – e praticamente tutto il mondo cattolico italiano contro lo Stato ‘laico’ e partiti di governo ‘laicisti’ non si ricordava, a memoria d’uomo, almeno dai tempi dell’approvazione, in Parlamento, delle leggi sulla libertà di divorzio e poi sulla libertà di aborto, seguiti da due storici referendum (1974 e 1978) che i cattolici persero.

Nemmeno l’opposizione della Chiesa, e della Cei, a leggi sulle coppie gay mai approvate (i Dico) o approvate (le unioni civili) non fu così pesante. Certo è che, oggi, la Chiesa – e la Santa Sede, fatto politico e diplomatico assai più importante – chiedono di rimodulare il ddl Zan in modo che "la Chiesa possa continuare a svolgere la sua azione pastorale, educativa, sociale liberamente". Parole pesanti, e che si appellano al Concordato (quello del 1929, riformulato nel 1984) e che non vengono da un vescovo e neppure dal segretario della Cei (i vescovi italiani), il cardinal Bassetti, ma dalla Santa Sede, cioè direttamente dal Papa. Con una nota verbale della Segreteria di Stato, infatti, per la prima volta dalle modifiche del 1984, il Vaticano si appella direttamente alla revisione del Concordato per chiedere di rivedere una legge italiana, il ddl Zan, peraltro non ancora una legge dello Stato, ma solo una ‘mezza legge’: passata alla Camera, è ferma nella commissione Giustizia al Senato, osteggiata dal centrodestra. Il passo è diplomatico e, dunque, politico.

Il Vaticano, tramite il ‘ministro’ degli Esteri Paul Gallagher ha consegnato la nota "informalmente" all’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Pietro Sebastiani, il 17 giugno scorso, perché arrivasse alla Farnesina, ma solo ieri, con uno scoop del Corriere della Sera, è stato reso noto. Nel documento si manifesta preoccupazione per la libertà di organizzazione della Chiesa sancita dalla revisione del Concordato del 1984 e, secondo il dossier, si indica che con il ddl Zan si attenterebbe in generale alla "libertà di pensiero" dei cattolici. "Non c’è la volontà di bloccare la legge, ma una richiesta di rimodulazione per consentire alla Chiesa di esercitare la libertà pastorale, educativa e sociale", fa sapere, provando a smussare, una fonte dei Sacri Palazzi.

Non si registrano altre dichiarazioni ufficiali della Santa Sede. Bocche cucite anche dalla Cei, che è stata la prima a porre la questione del ddl Zan, negli stessi termini in cui la pone il Vaticano: non accantonare il provvedimento, ma ripensarlo, in un "dialogo aperto e non pregiudiziale in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire alla edificazione di una società più giusta e solidale".

Il nodo è soprattutto l’articolo 7 del ddl Zan che prevede di istituire la data del 17 maggio come "Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia". Giornata in cui è previsto che le scuole di ogni ordine e grado siano tenute a organizzare iniziative utili al contrasto delle discriminazioni, non esentando le paritarie. Secondo il Vaticano si metterebbe in discussione la libertà di organizzazione della Chiesa sancita dalla revisione del Concordato e si attenterebbe in generale alla "libertà di pensiero" dei cattolici. E le stesse scuole cattoliche sono agguerrite e preoccupate per la loro libertà: "Verremo sanzionati se non celebreremo la giornata anti omofobia?", si chiede la presidente di Fidae, Federazione istituti di attività educative, Virginia Kaladich.

Precedenti? Pochissimi. La ‘reprimenda’ del Vaticano alla Spagna di Zapatero per la legge sui matrimoni gay (con relativo scontro diplomatico) e la scomunica di papa Pio XII contro il nazismo, con tanto di enciclica, la Mitt brennender sorge…