Mercoledì 24 Aprile 2024

In acqua senza regole. "Servono pene più severe"

Il disegno di legge per istituire l’omicidio nautico nel codice è fermo da due anni. Oggi non sono previste le aggravanti dell’ubriachezza o della velocità elevata

Incidente sul lago di Como (foto Ansa)

Incidente sul lago di Como (foto Ansa)

"Morti annunciate" . Gli incidenti nautici capitati sul Garda e sul lago di Como hanno spinto la politica a riaccendere i riflettori sul grave vuoto normativo che impedisce alle Procure e alle forze dell’ordine di trattare gli omicidi colposi della navigazione con le stesse regole degli omicidi stradali, ben più stringenti. Già due anni fa, proprio in occasione dell’introduzione dell’omicidio stradale con l’articolo 589 bis del Codice penale era stato presentato un disegno di legge per varare appunto il corrispettivo nautico, ma poi il progetto si era arenato. A presentarlo era stato il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, che ora torna a invocarlo a gran voce. "Il mio disegno di legge da due anni è fermo in commissione Giustizia (del quale è viceprsidente, ndr) ", sottolinea.

Anche la Lega è d’accordo: "Un testo da approvare senza perdere altro tempo, un atto dovuto per rispetto alle famiglie che in queste ore piangono per l’omicidio dei figli", fanno eco le onorevoli Federica Zanella, Commissione Trasporti, e la bresciana Simona Bordonali, Commissione Affari costituzionali. Se le circostanze fossero state diverse, cioè se i due manager tedeschi ora indagati a piede libero per omicidio colposo e omissione di soccorso, avessero tenuto le stesse condotte su una Porsche, per esempio, difficilmente sarebbero fuori.

Nessuna misura restrittiva è invece scattata nei loro confronti perché l’omicidio colposo ha pene troppo basse per la disposizione di un fermo. Il proprietario del Riva Acquarama domenica, il giorno dopo l’incidente, era stato posto in stato di arresto, ma avendo lui dichiarato di essersi alternato alla guida con l’amico, non è stato possibile risalire con certezza chi fosse ai comandi del motoscafo. A interrogatorio concluso i termini della semiflagranza erano scaduti ed è stato rimesso subito in libertà. Non sono previste le aggravanti dell’ubriachezza o della velocità elevata, e per uno degli indagati è stato anche possibile rifiutare di sottoporsi alle analisi disposte dalla Procura per accertare la presenza di alcol nel sangue. "Non c’è una norma sul prelievo coattivo nel codice della navigazione e al di fuori dell’omicidio stradale", chiarisce il procuratore Francesco Prete.

Per toccare con mano le differenze è utile vedere come andò a finire per un automobilista 44enne di Brescia che lo scorso 5 luglio a Bagnolo Mella, nella Bassa, investì e uccise la piccola Manar Ahmed Sayed, 9 anni. Un incidente su cui ha indagato il pm Maria Cristina Bonomo, titolare anche dell’inchiesta sull’incidente nautico del Garda. Il Suv del "pirata", lanciato a 75 km/h nel centro del paese, dove il limite è 50, aveva proseguito la corsa senza accennare una frenata. Il conducente si costituì la mattina dopo. Sottoposto all’alcoltest e all’esame antidroga, risultò negativo. Ma fu posto ai domiciliari.