Legge di bilancio, i leader scoprano le carte

Paolo

Giacomin

Il 27 settembre, a urne calde, il governo Draghi presenterà la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e finanza (Nadef), base del documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles entro il 15 ottobre per giungere, entro fine dell’anno, all’approvazione della legge di stabilità, la manovra finanziaria. Pena, l’esercizio provvisorio. Che sia il nuovo esecutivo ad adempiere alla scadenza del 15 ottobre è impossibile: i tempi tecnici di insediamento del nuovo Parlamento rendono improbabile la formazione del nuovo governo in tempo utile. Il compito di presentare il Documento programmatico di di bilancio cade sull’esecutivo in carica. Che redigerà il quadro tendenziale a legislazione vigente, ma eviterà di scrivere l’impatto di obiettivi e misure politiche, per lasciarlo ai nuovi1 arrivati. Che avranno un paio di mesi scarsi per tracciare la rotta. Il bilancio dello Stato è materia complessa e richiede mesi di lavoro, è ovvio che non si parta da zero. Utile sarebbe, quindi che, da qui alle urne, le forze politiche presentassero la loro idea di legge di bilancio. Un tanto al chilo varrebbe più della lista delle promesse elettorali. I numeri non mancano. La primavera scorsa l’esecutivo aveva ritoccato il Def con previsioni di crescita del Pil meno ottimiste (dal 2,6 al 2,3%) e un deficit al 3,9% Salgono inflazione e tassi, la bolletta vola, la guerra continua: improbabile che il il tempo volga al sereno. Improbabile che i mercati non approfittino anche solo dell’aria di esercizio provvisorio. L’Europa, invece, potrebbe diventare più indulgente, almeno sposando un’interpretazione a noi favorevole delle parole del ministro delle Finanze tedesco, il liberale Christian Lindner, che è sembrato archiviare il rigido e malfunzionante patto di stabilità: "Adesso bisogna essere realistici. E dunque l’idea centrale per noi è che ci sia un piano affidabile nel tempo". Beltempo sperando, il debito resta. Freno autarchico alla sovranità.