ArchiveGreen pass, Lega spaccata. E Salvini scippa consiglieri al Cav

Green pass, Lega spaccata. E Salvini scippa consiglieri al Cav

Il 40% dei deputati leghisti non vota il certificato verde. In Lombardia tre azzurri saltano sul Carroccio

Matteo Salvini (Ansa)

Matteo Salvini (Ansa)

Difficile tenere tutto insieme, ma Matteo Salvini ci ha provato anche ieri a far quadrare un cerchio, quello dell’unità della Lega e la solidità della sua leadership, per alcuni messa in discussione. E così un buon modo per confutare questa tesi, davanti allo sfaldamento del suo gruppo parlamentare alla Camera, con il 40% degli eletti del Carroccio che non hanno partecipato al voto di fiducia sul Green pass 2, è sembrato quello di dare piena copertura a questo strappo. "I parlamentari della Lega – ha spiegato – sono liberi di esserci o non esserci, siamo in democrazia e non in un regime".

Ma nel contempo, sempre lo stesso Salvini, ha dato corpo all’ennesima frattura nel centrodestra con una campagna acquisti a scapito di Forza Italia, in Regione Lombardia, che ha trasformato il Pirellone, grazie a tre cambi di casacca eccellenti, in una maggioranza monocolore verde: tutti della Lega i ruoli che contano e altri – ha annunciato il leader del Carroccio – ne arriveranno. Forza Italia quasi non ci credeva, un vero "fulmine a ciel sereno, assolutamente incomprensibile, a dieci giorni dal voto".

Invece, il fatto che la fuoriuscita sia avvenuta proprio ieri non è affatto un caso: è il modo con cui il leader della Lega cerca di uscire dall’angolo, sia a livello nazionale che lombardo. D’altra parte, la sua linea anti Green pass era stata contestata da altri maggiorenti del partito, come il ministro Giancarlo Giorgetti e i governatori della Lega, Massimiliano Fedriga in primis. E dall’altro lato la spaccatura sulla questione vaccini ha portato due giorni fa l’eurodeputata e pasionaria No vax, Francesca Donato, a dare l’addio al Carroccio.

Meglio non vanno le cose a Milano, dove la campagna per le comunali sembra avviata verso una disfatta e Salvini viene additato dagli alleati come responsabile della scelta del candidato sindaco Luca Bernardo, che non sfonda. Non solo, la “diaspora“ in Regione Lombardia viene anche letta come un tentativo di Salvini di riaffermare l’attrattività della Lega rispetto a quella di Fd’I: il partito della Meloni è dato in grande spolvero e, sempre in Lombardia, è stato scelto due settimane fa da Marco Alparone, sottosegretario della giunta Fontana fuoriuscito, manco a dirlo, da FI.

Insomma, il momento è complicato per il leader del Carroccio e la sfida sembra proprio quella di tenere insieme tutto per aumentare un’immagine solida; dalla permanenza nel governo Draghi ("ci stiamo e ci restiamo") alle posizioni più oltranziste su vaccini e certificato verde, alla linea governativa rappresentata dai ministri e dai presidenti di Regione ("in democrazia ogni idea è rispettata e rispettabile", ha risposto, morbido, a Fedriga), a quella movimentista in fibrillazione dopo l’addio della Donato. Per finire con lo strappo agli azzurri al Pirellone che ha visto arrivare da lui il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Alessandro Fermi, il consigliere Mauro Piazza presidente della commissione regionale Autonomia, e Daniele Nava, ex presidente della provincia di Lecco e sottosegretario della giunta Maroni.

"Oggi è una bella giornata – ha commentato –, il mio obiettivo è riunire è rinsaldare il centrodestra in Italia e in Europa, non c’è competizione interna. L’importante è che cresca la forza di Regione Lombardia". "Salvini – ecco invece l’analisi di una fonte “arrabbiata“ di Forza Italia – in realtà ha solo bisogno di distogliere l’attenzione dalle debolezze del suo partito. Purtroppo a discapito nostro e dell’intero centrodestra".