Giovedì 25 Aprile 2024

L’economista Galeotti "Subito il calo dei consumi e la decarbonizzazione"

Per il direttore scientifico della Fondazione Mattei facciamo ancora troppo poco "Bene nell’immediato la diversificazione dell’offerta. Ma poi serve emanciparsi"

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di Elena Comelli

L’Italia va al voto in piena crisi energetica. La guerra di Putin contro l’Occidente, iI prezzi del gas alle stelle e il rischio di restare al freddo durante l’inverno ci fanno tornare indietro di cinquant’anni, all’austerity del ‘73-74. Anche gli eventi estremi dovuti all’emergenza climatica, come il crollo della Marmolada e il Po in secca, contribuiscono a spingere verso una riduzione dei consumi di combustibili fossili. Sono sfide globali e di largo respiro, ma come affrontarle nell’immediato a livello nazionale? "La strada è già segnata, non ci sono altre alternative che seguirla", risponde Marzio Galeotti, economista energetico della Statale di Milano e direttore scientifico della Fondazione Eni Enrico Mattei.

Quali soluzioni abbiamo a diposizione?

"Ci sono tre tematiche da affrontare: la decarbonizzazione, la sicurezza energetica e i costi dell’energia. Sono i tre poli di un triangolo che va trattato in maniera unitaria, spostando i consumi energetici dalle fonti fossili alle rinnovabili, ma le scelte che si fanno nell’immediato, sotto la spinta dell’emergenza, possono in parte confliggere con gli obiettivi di lungo periodo".

In che senso?

"L’abbiamo visto in questi mesi: gli sforzi del governo si sono concentrati soprattutto sull’offerta, con la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, sostituendo il gas russo con quello di altri fornitori. Nell’immediato è una soluzione utile, ma non va nella direzione della decarbonizzazione. La misura veramente decisiva per emancipare il Paese dalla dipendenza dalla Russia e dagli altri fornitori, sempre molto instabili, è accelerare il taglio dei consumi di gas dando una spinta alle fonti alternative".

Quali fonti alternative?

"Bisogna puntare decisamente sulle rinnovabili, che sono la tecnologia più affidabile a disposizione e portano la produzione di energia in casa nostra. Più si aumenta la produzione elettrica da fonti verdi e più si riducono i consumi di gas, che nel nostro Paese alimenta circa metà della domanda elettrica. In parte è stato fatto, cercando di eliminare le pastoie burocratiche che frenano la realizzazione rapida degli impianti, ma su questo fronte c’è ancora molto da fare".

Al momento la realizzazione degli impianti da rinnovabili procede lentissima, al ritmo di 1 gigawatt all’anno: per stare al passo con gli obiettivi dovremmo decuplicarla...

"Questo è il primo punto".

L’altro?

"È l’efficienza energetica. Bisognerebbe spingere molto sulle pompe di calore con dei sussidi ben congegnati, per eliminare progressivamente le caldaie a gas".

E la riduzione dei consumi energetici?

"La gestione della domanda è un punto importantissimo su cui si è fatto troppo poco, anche perché forse politicamente è la misura meno popolare. Quando c’è aria di razionamento la reazione della popolazione può far paura. Ma in fondo negli anni Settanta abbiamo introdotto le domeniche senza auto e non si stava poi così male. Imporre dei risparmi obbligatori potrebbe servire anche ad aumentare la consapevolezza della popolazione sulla gravità della crisi del clima. Se non riduciamo drasticamente i nostri consumi energetici sarà difficile centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e limitare il surriscaldamento globale a 2°C al di sopra dei livelli pre-industriali". C’è la misura di ridurre di un grado la temperatura interna di uffici e abitazioni nel prossimo inverno...

"Ma queste sono boutade che lasciano il tempo che trovano! Come si può controllare il rispetto di una misura del genere? Per la riduzione dei consumi di gas fa molto di più un aumento dei prezzi, come quello avvenuto in questi mesi, piuttosto che una misura teorica di questo tipo. Infatti con l’aumento dei prezzi c’è stato un calo automatico dei consumi, così come avviene sempre in questi casi. E a sua volta il calo dei consumi può contribuire a calmierare i prezzi".

Quindi l’idea di mettere un tetto ai prezzi del gas non ha senso?

"A mio parere non può avere successo. La determinazione dei prezzi va lasciata al mercato. Vale lo stesso discorso anche sui tagli lineari delle bollette, che non mi sembrano efficaci. Per compensare il caro-energia, invece, si dovrebbe intervenire con degli aiuti mirati alle piccole imprese e alle famiglie più in difficoltà".