Lecce, preso il presunto omicida di Daniele e Eleonora

Fermato 21enne di Casarano, uno studente di Scienze infermieristiche, che era stato coinquilino delle vittime e aveva vissuto nella casa di via Montello fino ad agosto. Mancherebbe ancora la confessione e il movente sarebbe solo "parzialmente ricostruito". Il procuratore: "Fortissima premeditazione"

L'arbitro Daniele De Santis e la fidanzata Eleonora Manta (Fotogramma)

L'arbitro Daniele De Santis e la fidanzata Eleonora Manta (Fotogramma)

Lecce, 28 settembre 2020 - Il presunto omicida dei due fidanzati Eleonora Manta e Daniele De Santis, di 33 e 30 anni, uccisi la sera del 21 settembre scorso a Lecce, nella loro casa di via Montello, è stato arrestato. Secondo quanto riferito dal procuratore capo Leonardo Leone De Castris, il presunto assassino si chiama Antonio De Marco, ha 21 anni ed era stato coinquilino delle vittime. Secondo gli inquirenti voleva torturare le due vittime.

Ha confessato: "Sì, sono stato io"

Il ragazzo aveva preso una stanza in affitto a Lecce, dove studiava scienze infermieristiche, e ha vissuto nella casa di via Montello, dove è avvenuto il delitto, fino all'agosto scorso. Attualmente è sottoposto a fermo come indiziato di delitto. "C'è stata una fortissima premeditazione - ha spiegato De Castris -. Nei foglietti ritrovati e che sono stati persi dall'omicida e che contenevano la mappa per evitare le telecamere c'era anche la programmazione dell'omicidio, che doveva essere preceduta da attività prodromica". "Nell'abitazione - ha aggiunto - sono state trovate striscette tendi tubo: l'omicidio doveva essere una rappresentazione anche per la collettività".

Mancherebbe, al momento, un movente completo per il delitto: secondo il capo della procura salentina, infatti, le ragioni che avrebbero spinto lo studente 21enne sono state soltanto parzialmente ricostruite. "La ricostruzione dell'episodio si è rivelata subito molto complessa - ha detto De Castris - sia inizialmente, sia per un lungo tratto della vicenda che è durata una settimana. L'unica cosa che non  stato possibile ricostruire, secondo l'impostazione accusatoria, è il movente che è soltanto parzialmente ricostruito. Questo per noi ha rappresentato una grande difficoltà iniziale perchè senza un movente è difficile stabilire qual è la pista da imboccare ed è per questo che ci siamo attenuti unicamente a dati tecnici".

E si attende anche una confessione da parte del giovane. "La ricostruzione della responsabilità si fonda su elementi di prova che sono rinvenibili si dati tecnici", ha detto il procuratore di Lecce, "visione delle telecamere, intercettazioni, una parziale e preliminare comparazione grafica sul foglietto che è stato trovato nell'appartamento e che è stato perso dal presunto omicida, non lasciato volontariamente. Questo ha dato la possibilità di comparare la grafia con quella del sospettato". C'è stata, ha aggiunto il magistrato "anche attività di polizia tradizionale, come pedinamenti. Si è arrivati a lui attraverso questo e attraverso immagini che per fortuna non sono state pubblicate". Ma, ha concluso De Castris, "ci auguriamo che farà una confessione".  "La città di Lecce oggi esce da un incubo".

Il procuratore di Lecce, Leonardo Leone De Castris (Ansa)

I fatti 

Ci è voluta una settimana esatta per arrivare alla svolta sull'omicidio, sette giorni in cui i carabinieri del Comando provinciale di Lecce hanno lavorato ininterrottamente per ricostruire quanto accaduto. Un delitto brutale, consumato a coltellate: circa 35 contro Eleonora, 25 su Daniele, la morte arrivata istantanea, prima dei soccorritori del 118, allertati dai vicini di casa. Proprio i condomini del palazzo, ascoltati già la sera stessa del delitto, sono stati i primi a indirizzare gli investigatori nella giusta direzione, descrivendo l'uomo alto, di corporatura media, incappucciato e con uno zaino chiaro sulle spalle, che ha lasciato precipitosamente il palazzo dopo il duplice omicidio. Un delitto evidentemente premeditato, come dimostra il biglietto insanguinato ritrovato nel cortile, sul quale era disegnata una sorta di mappa delle vie vicine alla casa dei due giovani prive di telecamere.

Nonostante l'accortezza, il killer è stato comunque ripreso da una videocamera della zona e anche quel fotogramma è stato fondamentale per gli investigatori. Nei giorni immediatamente successivi al delitto, sono state numerose le persone ascoltate dai carabinieri, a partire da alcuni colleghi arbitri di Daniele, i colleghi dell'Inps di Eleonora e poi i familiari, gli amici che frequentavano con maggiore assiduità e i compaesani di Eleonora, originaria di Seclì.

Nelle vite dei due fidanzati nessuna ombra apparente. Il delitto è avvenuto poco dopo le 21, al termine di una lite furibonda con una terza persona, che è rimasta sconosciuta fino a poche ore fa. Sabato, a Lecce e Seclì, si sono tenuti i funerali dei due giovani, nei quali i sacerdoti avevano lanciato un appello al responsabile affinchè si consegnasse. Eleonora, per volontà della madre, è stata sepolta con l'abito da sposa. Daniele salutato, all'uscita dalla chiesa, dal triplice fischio di centinaia di arbitri. 

Il luogo del duplice omicidio a Lecce (Ansa)