
Barcellona, turisti all’interno della Sagrada. Família, la chiesa più alta al mondo con i suoi 172 metri
Luca ScarliniLa questione è chiara: il dicastero delle cause dei santi ha riconosciuto le virtù eroiche di Antoni Gaudí, architetto di Dio. Per quanto il nostro avesse cinque figli e una vita complessa all’attivo e malgrado il fatto che la sua opera sia identificata definitivamente con Barcellona, città tentatrice del Mediterraneo, da sempre inquadrata con la lente delle tentazioni di una scena notturna, ricordando che nel suo primo palazzo neogotico dimorava un tempo una comunità di drag queen. La battaglia per compiere la Sagrada Família gli ha valso un club di aficionados che da anni hanno perorato in Vaticano la complessa causa di beatificazione. In un’epoca che nega la centralità dell’anima nella rappresentazione del reale, giunge una visione enigmatica, che considera l’architetto catalano creatore di una unica opera, escludendo le laicissime Casa Batlló e Casa Milà, esemplari del Modernismo catalano. L’obbligo per i promotori era quello di sottolineare gli elementi di santità della figura, che poco si attaglia anche a certe figurazioni inquiete che si trovano anche al Parc Guell. Non è un caso che in quegli ambienti si ambientasse il divertente thriller freudiano Incoscientes di Joaquin Oristrell, che negli anni ’90 aveva illustrato quante malizie e tentazioni si celassero nell’idioma creativo del grande architetto.