Giovedì 25 Aprile 2024

Le ultime parole Benedetto: Signore, ti amo E Francesco lo celebra "È stato un dono di Dio"

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di Giovanni Rossi

"Gesù, ti amo". Sono le tre di mattina di sabato 31 dicembre e con un filo di voce Joseph Ratzinger offre – in italiano – le ultime parole comprensibili di un’esistenza di fede. Le capta l’infermiere al suo capezzale e lo racconta alla Sala stampa vaticana monsignor Georg Gaenswein da sempre a fianco del Papa emerito. Particolare storico rilevante, perché smentisce la ricostruzione del quotidiano argentino La Naciòn, secondo la quale le ultime parole sarebbero state "Jesus, ich liebe dich", ovvero sempre "Gesù, ti amo", però in tedesco. Poi l’agonia, il decesso alle 9.34, e la successiva vestizione: mitra sul capo e paramenti liturgici rossi; nelle mani incrociate, un rosario e un crocifisso.

Così, ieri, a Capodanno, Benedetto XVI riappare nella camera ardente allestita tra il presepe e l’albero di Natale della Mater Ecclesiae, il monastero eletto a rifugio dopo le dimissioni. Ed è subito una spontanea processione di cardinali, preti, suore, seminaristi, lavoratori vaticani, semplici famiglie di credenti. Tutti alla spicciolata senza formalità, lasciapassare o accrediti. "Più avanti ci sono i colleghi della gendarmeria, può chiedere a loro la strada più breve", dicono le Guardie svizzere a chi chiede dov’è la Mater Ecclesiae. Un’apertura senza precedenti ordinata proprio da Papa Francesco, il primo, già sabato mattina, a raccogliersi davanti al feretro.

Francesco e Benedetto XVI. Jorge Bergoglio e Joseph Ratzinger. Il Capodanno di piazza San Pietro è un unicum nella storia della Chiesa: il Pontefice che ricorda il suo predecessore scomparso il giorno prima. Una commozione palpabile che i 40mila fedeli assorbono e ritrasmettono nella calda mattinata vaticana. Sia nella prima messa dell’anno sia all’Angelus, Francesco scandisce il nome di Benedetto XVI. Di fronte alla piazza contagiata dal clima vacanziero, tra bande musicali e striscioni per la Giornata Mondiale della Pace, la voce del Papa tocca i presenti: "L’inizio di un nuovo anno è affidato a Maria Santissima, che celebriamo come Madre di Dio. In queste ore invochiamo la sua intercessione in particolare per il Papa emerito Benedetto XVI, che ha lasciato questo mondo. Ci uniamo tutti insieme, con un cuore solo e un’anima sola, nel rendere grazie a Dio per il dono di questo fedele servitore del Vangelo e della Chiesa". E aggiunge ’a braccio’: "Abbiamo visto poco fa in tv tutta l’attività e la vita di Papa Benedetto". Prova del "dono" appena evocato e apprezzato dalla piazza. Non l’unico. "Mi commuove ascoltare Francesco che ricorda il Papa emerito", spiega Martina venuta dalla Svizzera assieme a suo marito Farin. Il rapporto tra due personalità così diverse avvince i fedeli che annotano ogni passaggio significativo della relazione. Come la "preghiera speciale" per Ratzinger "molto ammalato" chiesta dal Papa il 28 dicembre in udienza generale. Francesco arriva da Benedetto XVI appena prima dell’estrema unzione. In quel momento sono con il Papa emerito monsignor Gaenswein, due medici, le quattro ‘memores domini’ Carmela, Loredana, Cristina e Rossella, l’altra laica consacrata Birgit Wansing, e i due infermieri. Non sembrano esserci più molte speranze, solo preghiere.

Da stamattina alle 9 fino alle 19 (domani e mercoledì dalle 7 alle 19) la salma di Benedetto XVI sarà esposta a San Pietro davanti all’altare centrale. La prefettura di Roma stima un picco di 30-35mila visite giornaliere e di 50-60mila partecipanti alle esequie, giovedì alle 9.30 sul sagrato di San Pietro, con forte afflusso di delegazioni internazionali. Le esequie rappresentano un severo impegno anche per Roma. Già convocati per la sicurezza mille uomini delle forze dell’ordine e 500 volontari. I funerali "saranno solenni ma sobri", annuncia il portavoce vaticano Matteo Bruni. Una sintesi della semplicità invocata dal Pontefice tedesco e del rango dovuto a una figura di eccezionale spessore. Sarà uno sforzo protocollare speciale. Per la prima volta un Papa celebrerà le esequie di un altro Papa il cui status di emerito – giuridicamente mai codificato – propone infatti una novità assoluta, non comparabile ai casi degli altri dimissionari Celestino V nel 1294 (deceduto nel 1296) e di Gregorio XI nel 1415 (morto nel 1417). Secondo il sito para-vaticano Il Sismografo, sarà Francesco a dare la linea. E tutte le previsioni convergono su esequie comparabili a quelle di un Pontefice deceduto nel pieno dei poteri. La volontà di Ratzinger di una sepoltura nelle cripte di San Pietro – nella nicchia già di San Giovanni XXIII fino al 2001 e di San Giovanni Paolo II fino al 2011 – sarà puntualmente esaudita.