Mercoledì 24 Aprile 2024

Le trappole della Rete: ecco come ci si difende

Dal cyberbullismo (raddoppiate le vittime under 9) agli acquisti on line. La polizia postale: bastano pochi dati e si rischiano i furti d’identità

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di Giovanni Rossi

Rischi nelle chat e negli acquisti on line, frodi bancarie in rete, furti di identità personale. L’universo digitale genera pericoli crescenti con modalità sofisticate o antiche.

CYBERBULLISMO

"L’attività non conosce sosta – afferma Nunzia Ciardi, direttore del Servizio polizia postale e delle Comunicazioni –. Affrontiamo casi di sexting, grooming, body shaming e cyberbullismo, solo per citare alcuni fenomeni". Per i nativi digitali con fiducia smisurata nella tecnologia, sbagliare può essere persino più facile. La famiglia ha un ruolo fondamentale: "Una vittima deve sentire che i genitori le sono vicini e non la colpevolizzano, deve capire che non ci si difende da soli contro un branco di sconosciuti – prosegue Ciardi –. Bisogna andare alla Polizia postale con i genitori, chiedere l’intervento di qualcuno che parli alla classe se il problema è lì, chiedere la rimozione dei contenuti offensivi, denunciare se è il caso". Anche perché l’antidoto esiste: è "l’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore diffuso nella rete", ricorda il sito commissariatodips.it. Se il social (o il gestore) non provvede entro 48 ore, è attivabile un ricorso al Garante che deve intervenire entro le 48 ore successive. Secondo il report di Generazioni connesse, il 59% dei ragazzi considera il cyberbullismo in crescita.

TRUFFE ACQUISTI ON LINE

Salvatore Aranzulla, il blogger informatico italiano più famoso, suggerisce questi passaggi prima di compiere un acquisto on line: "Verificare l’attendibilità degli e-commerce e del venditore; accertarsi che il PC non sia infetto; non fare acquisti da dispositivi usati da altri utenti; utilizzare metodi di pagamento sicuri". La svolta 2021 è l’entrata in vigore dello SCA, Strong Customer Authentication, ovvero un sistema di autenticazione che prevede un doppio controllo di identificazione prima che il pagamento venga completato.

FRODI BANCARIE

Phishing, smishing e vyshing sono i termini inglesi che le banche usano per mettere in guardia la clientela da e-mail, sms e telefonate fraudolente (o da una combinazione tra i diversi strumenti) per ottenere i codici bancari dei clienti. Anziani, soprattutto. Persone dalla formazione digitale non sempre adeguata che più spesso di quanto si creda abboccano al raggiro. Queste truffe crudeli sono spesso organizzate dall’estero, da criminali non particolarmente educati alle finezze della lingua italiana. "Errori di grammatica, traduzione o formattazione" delle e-mail – mette in guardia Intesa San Paolo – devono indurre al sospetto. Chiunque abbia dubbi, informi la propria banca. Ricordando una massima infallibile: la banca ha già i dati del cliente e nessun motivo di chiederli. Se qualcuno li sta chiedendo, è per svuotare il conto.

FURTI IDENTITÀ

Ancora più insidioso può essere il furto di identità: da quello dei dati personali per organizzare truffe in rete, a quello dell’identità sui social manipolando l’immagine pubblica del colpito. Spesso sono attività di hacking a far partire l’assalto. Secondo Claudio Telmon, esperto in cybersicurezza, "a volte bastano uno o due dati" per avviare la sostituzione digitale di persona. Materiale che finisce sul dark web e di lì al miglior offerente.