Da una parte la sensazione che quanto trapelato finora sia solo la punta di un iceberg dalle dimensioni inimmaginabili, dall’altra il senso della sconfitta di tutto un mondo che in questi anni aveva investito risorse per evitare nuovi scandali, puntando evidentemente sui cavalli sbagliati, e ci perdonerete l’espressione.
In questo strano Paese capita che anche ieri l’indagine sulle scommesse sui siti illegali dei calciatori di serie A e della nazionale Fagioli, Zaniolo e Tonali sia stata portata avanti da... Fabrizio Corona. L’unica vera novità di giornata, resa pubblica dall’ex agente fotografico, sarebbe il coinvolgimento del romanista Nicola Zalewski, il ’quarto uomo’: a differenza degli azzurri, però, nessun poliziotto è andato a parlare con il giovane polacco, che si trova all’estero con la sua nazionale under 21. Dalla Polonia sono arrivate smentite, sia dal ragazzo che dalla Federcalcio biancorossa: Zalewski non lascia il ritiro perché né alla federazione, né alla Roma sono arrivate notifiche o documenti sul fatto che sia indagato. Ieri sono circolati nei corridoi altri nomi di calciatori legati a club di serie A, lo stesso Corona su Instagram giura di averne altri cinquanta da rivelare, ma sul piano sostanziale non sono stati fatti passi avanti pubblici dagli inquirenti guidati dal pm Manuela Pedrotta, che indaga sul reato di "esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa". Sul piano penale rischiano tre mesi, realisticamente una multa, ma il vero tema è capire se i ragazzi hanno scommesso anche sul calcio ed eventualmente sulle loro squadre, elemento che cambierebbe tutta la prospettiva.
Il fatto che non ci siano al momento altri indagati stupisce, visto che tra gli elementi utili alle indagini ci sono soprattutto le chat nel telefonino che Fagioli ha consegnato al momento di autodenunciarsi (ieri la Juve ha detto in una nota di aver subito informato la Figc). Chat che vengono passate al setaccio, ma perché un pm dovrebbe aspettare Corona per completare il giro degli indagati? In tutto le persone coinvolte sarebbero una decina, ma questo è solo un piano della vicenda, quello di ragazzi forse incapaci di trattenersi nonostante stipendi da favola, se non proprio ludopatici.
Lo stesso Zaniolo ieri ha ammesso di aver puntato online al blackjack, senza sapere che il sito fosse illegale. E qui, per lui come per Fagioli che pure ha ammesso di aver scommesso, entra l’altra considerazione, il senso di sconfitta. Negli ultimi anni Lega Calcio e Associazione Calciatori hanno mandato diversi esperti a parlare con i calciatori dei campionati professionistici, a spiegare loro come evitare di finire coinvolti in tentativi di combine o combattere la ludopatia. In Italia non hanno funzionato campagne ben più importanti. Però le parole spese ieri dal ct Luciano Spalletti esprimono bene lo stupore di chi non si aspettava l’ennesimo scandalo scommesse, per il calcio italiano ormai una triste abitudine ciclica: "Mi auguro sappiano chiarire tutto il prima possibile, dimostrare la loro estraneità e tornare con noi perché li avevamo scelti – ha detto il ct –. Continueremo a stargli vicino anche dopo, dobbiamo cercare di aiutarli a difendersi, ma è anche giusto che la giustizia faccia il proprio corso e, se sono state commesse cose irregolari, allora sarà giusto pagare".