Giovedì 18 Aprile 2024

Le scelte ’green’ dell’Ue Addio all’insalata in busta (sotto il chilo e mezzo) Coldiretti: "È una follia"

La proposta vale anche per altra frutta o verdura. E niente magnum di vino "Sarebbe un danno enorme, sono i due settori più esportati del Made in Italy" .

di Marco Principini

Oltre alla farina di grillo, nuova frontiera dell’alimentazione del futuro abbracciata dall’Unione Europea, c’è un’altra novità all’orizzonte per i supermercati italiani. Addio frutta e verdura imbustata, o almeno sotto il chilo e mezzo di quantità del prodotto: così si produce e si consuma meno plastica, e l’ambiente ringrazia. Un nuovo regolamento che fa tremare le gambe a Coldiretti, perché "rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete, ma anche le bottiglie magnum di vino, con un effetto dirompente sulle abitudini di consumo degli italiani e sui bilanci delle aziende agroalimentari" ha denunciato l’associazione ieri, all’inaugurazione di Tuttofood a Milano e alla vigilia della Giornata dell’Europa, che si celebra proprio oggi.

La proposta di regolamento sugli imballaggi presentata dalla Commissione Europea che "imporrebbe, tra le altre cose, l’addio alle confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 chilogrammi – rileva Coldiretti – giudicate superflue e considerate al pari delle piccole confezioni di shampoo usate negli hotel". Una scelta che apre ad una "serie di problemi, dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare, così come i costi per i consumatori e per i produttori. Basti pensare al tradizionale cestino di fragole o piccoli frutti, che soprattutto nelle fasi di trasporto protegge l’integrità del prodotto".

L’effetto negativo di questa scelta potrebbe riversarsi, precisa sempre l’associazione, anche sui consumi: "I prodotti di quarta gamma, dalle insalate in busta alla frutta confezionata, sono ormai entrati profondamente nelle abitudini degli italiani. Il pericolo è quello di ridurne il consumo, già calato dell’8% per la frutta e del 10% per gli ortaggi nel 2022, con un impatto pericoloso sulla salute". Stando ai dati Istat riportati da Coldiretti, l’anno scorso appena il 16,8% degli italiani ha consumato prodotti ortofrutticoli almeno quattro volte al giorno, con una netta diminuzione rispetto al periodo 2015-2018, quando la percentuale era al 20%.

E neanche la vendita vino potrebbe essere esente da forti cambiamenti: la direttive prevede infatti "una standardizzazione delle bottiglie per il vino e la riduzione del loro peso, eliminando di fatto il formato magnum ma anche le tipologie più “importanti”, come ad esempio quelle necessarie per i grandi vini invecchiati, dal Barolo all’Amarone". Questo nell’ottica di raggiungere, al 1° gennaio 2030, un 10% delle bevande alcoliche immesse sul mercato con imballaggi inseriti in sistemi di riuso.

Così come strutturato il regolamento andrebbe di fatto "a colpire i due settori del Made in Italy più esportati all’estero" conclude Coldiretti, mentre "le vendite di vino sui mercati stranieri hanno sfiorato nel 2022 la quota record di 8 milioni e quelle di ortofrutta hanno raggiunto i 5,7 miliardi". "Pur condividendo la necessità di assicurare una maggiore sostenibilità dei consumi – chiosa – chiediamo di correggere l’attuale proposta, per non pregiudicare la qualità delle produzioni e la possibilità di scelta da parte dei consumatori".