Le Regioni in pressing sul governo "Cambiare i parametri di positività"

I governatori: rivedere i 21 indicatori, vanno calcolati anche i tamponi rapidi

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Arriva da un documento delle Regioni la richiesta, ora al vaglio dell’Iss – Istituto superiore di sanità –, di apportare alcuni cambiamenti che potrebbero influire sui 21 indicatori per stabilire l’assegnazione delle zone (gialla, arancione, rossa) nell’ambito del monitoraggio della cabina di regia.

Tra questi, secondo quanto si è appreso, ci sarebbe anche un diverso metodo di calcolo dei tamponi antigenici e molecolari effettuati, che potrebbe poi influire sul tasso di positività. Ad essere rivalutata potrebbe essere anche la definizione dei ‘casi’ e strategie di esecuzione dei test. In altre parole, i presidenti di Regione chiedono di calcolare l’incidenza dei positivi considerando anche i test antigenici, i cosiddetti tamponi rapidi. In alcune aree del Paese, tra queste c’è il Veneto, queste verifiche vengono svolte in modo massiccio. Il ministero della Salute, fra l’altro, si preparerebbe a considerare questi test antigenici al pari dei tamponi molecolari per arrivare alla diagnosi dei casi di positività. A breve tutto questo dovrebbe essere messo per iscritto in una circolare.

La richiesta di ieri ha un precedente a novembre. Quando la Conferenza delle Regioni guidata da Stefano Bonaccini (foto) aveva proposto al Governo l’uso di cinque indicatori specifici (al posto dei 21) per definire il rischio contagio nelle ddiverse aree d’Italia. Il pressing sull’esecutivo aveva avuto i toni decisi di Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia. Che aveva dichiarato: "Potremo finalmente confrontarci sui criteri applicati dal Comitato tecnico scientifico rispetto ai dati forniti a livello regionale. Un atto dovuto per chiarezza nei confronti dei cittadini e delle imprese della mia regione".