Le Regionali in Lombardia Moratti in campo col Terzo Polo Ma il Pd le sbatte la porta in faccia

L’ex vicepresidente rompe gli indugi: oltre che da Azione e Italia viva sarà sostenuta da una sua lista civica. I dem ora non puntano più su Cottarelli ma cercano un campo largo e pensano alle primarie di coalizione

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di Giambattista Anastasio

L’epilogo più atteso è diventato realtà: Letizia Moratti ha ufficializzato la propria candidatura alla presidenza della Regione Lombardia sotto le insegne di Azione ed Italia Viva, partiti ai quali affiancherà una sua lista: “Lombardia Migliore“. Tutto in 4 giorni: mercoledì la scelta di dimettersi da vicepresidente della Giunta, sabato la partecipazione – con intervento dal palco – alla manifestazione pro-Ucraina organizzata a Milano da Carlo Calenda, leader di Azione, e ieri ecco l’annuncio: nel 2023 la Moratti sfiderà la Giunta e la coalizione per la quale ha prestato servizio fino a pochi giorni fa.

"Insieme a Calenda e Renzi ho condiviso l’avvio di un percorso che mi vedrà candidata alla presidenza di Regione Lombardia – fa sapere con una nota –. Un progetto forte e attento ai territori. Una collaborazione che nasce sostenuta dall’ampia e consolidata rete civica a me vicina e dal Terzo Polo, ampiamente aperta all’adesione di tutti gli interlocutori politici, culturali, del terzo settore e delle associazioni". Della coalizione non farà parte il Pd, contrario ad appoggiare l’ex vicepresidente lombarda, non disposto a legare in un’unica logica la partita per la Lombardia e quella per il Lazio, come preteso da Calenda, e infine caoagulatosi sulla necessità di tentare la via delle primarie.

"La Moratti ha un suo percorso all’interno del centrodestra: per noi non è e non può essere un’opzione – ribadisce Vinicio Peluffo, segretario lombardo dei Dem –. Abbiamo rivolto un appello a tutte le forze per una proposta programmatica che consenta di costruire insieme una coalizione. Si decide insieme: per noi lo strumento è quello delle primarie di coalizione. Non vogliamo imporre a nessuno un candidato, né tantomeno ci facciamo imporre delle candidature. Con l’indicazione della Moratti il Terzo Polo si è tirato fuori da solo".

Che non soffiasse aria di accordo, si era capito già intorno a mezzogiorno, quando Calenda ha deciso che era ora di "rompere gli indugi" e ufficializzare su Twitter la scelta di candidare Alessio D’Amato nel Lazio e la Moratti in Lombardia, "due persone che hanno fatto bene sulla campagna vaccinale e la sanità", due persone "con storie diverse che hanno lavorato sulla stessa linea di serietà nell’emergenza". Peccato che proprio in quelle ore il Pd lombardo fosse in assemblea per decidere lo schema con cui affrontare le Regionali: manco il tempo di conoscerne l’esito, che il Terzo Polo aveva già deciso. E guaio chiama guaio: il Pd, infatti, avrebbe voluto puntare su Carlo Cottarelli, profilo sul quale solo venerdì era arrivato il placet dello stesso Calenda, ma l’economista aveva fin da subito condizionato la sua disponibilità all’esistenza di una coalizione ampia, che includesse il Terzo Polo. Proprio la coalizione che non c’è. Al Pd, ora, resta quella del 25 settembre, quella delle ultime Politiche: +Europa, Sinistra e Verdi. Troppo poco per Cottarelli. Al momento, la strada maestra, in casa Pd, conduce inevitabilmente alle primarie. Più improbabile il ritorno di fiamma coi Cinque Stelle.

La polemica, però, è aperta. "Letizia Moratti ministra del governo Berlusconi, ha contribuito a distruggere l`università e l`Istruzione pubblica. La ricordiamo sindaca di Milano in una delle stagioni più tristi. Fino a pochi giorni fa assessore alla regione Lombardia, per una sanità privatizzata. Una perfetta candidata del centrodestra" attacca Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana. "Moratti senza uno straccio di coerenza - dice il coordinatore della Lega Lombarda Fabrizio Cecchetti – La sinistra evidentemente riconosce il grande lavoro fatto da noi sulla sanità".