Martedì 23 Aprile 2024

Le pagelle ai simboli dei partiti "Confusi come i tempi che viviamo"

L’esperto: tanti loghi nello stesso cerchio per superare le soglie di sbarramento e la raccolta firme

di Elena G. Polidori

Il simbolo più brutto?

"Quello dei ’Noi Moderati’ del centrodestra, è francamente inguardabile, una matrioska di terzo grado"

E la fiamma di Fratelli d’Italia? Troppo nostalgica?

"No, la fiamma è senza la base trapezoidale, che è il riferimento mussoliniano. Direi che è un segno comunque identitario, ma da qui a pensare che spaventi, ecco questo proprio no, non lo penso. Qualcuno potrebbe ritenersi spaventato, ma non ha la stessa potenza di prima. Forse si è preferito tenerlo per non lasciarlo a qualcun altro...".

Gabriele Maestri, curatore del sito ‘isimbolidelladiscordia.it’, osserva, da navigato esperto del genere, i simboli dei partiti politici appena depositati al Viminale. Ce ne sono alcuni che lo lasciano esterrefatto ("quello di Panzironi, con la ghigliottina, non so nemmeno se sia ammissibile – dice – farà pure riferimento alla rivoluzione francese, ma può evocare la violenza") E altri che, invece, considera degni di riflessione. Quello di Calenda-Renzi, per dire, il famoso ‘terzo polo’. Dove svetta una frase in inglese.

Che mi dice di questa frase, non la trova inopportuna?

"Il riferimento è al gruppo parlamentare europeo di riferimento, perché l’elettorato di Calenda è un elettorato che fa forte riferimento all’Europa. Io non lo trovo inopportuno, d’altra parte c’è già stato un simbolo con una frase in inglese, nel 2019, quello di Europa Verde, la dicitura era ’European green party’, e anche Berlusconi mise nel simbolo il simbolo del Ppe".

Si, certo, ma stavamo parlando di elezioni europee, ci stava pure, questa volta siamo ad elezioni di legislatura italiane...

"Si ma l’appartenenza alle famiglie europee è un qualcosa di identitario, in questo momento, che per alcuni partiti è fondamentale"

La Lega ha mantenuto Alberto da Giussano, però il simbolo è rimasto abbastanza fedele alla tradizione...

"Non è cambiato molto. È un altro partito rispetto al passato, ma ha mantenuto il marchio della sua storia"

Come quello del Pd.

"Senza alcun dubbio. C’è la scritta ‘Italia democratica e progressista’, più o meno come prima e anche se tiene insieme vari gruppi, l’impatto è quello di prima, nessuno scostamento sostanziale".

Quello di Fratoianni, Bonelli, insomma Europa Verde e Sinistra Italiana, non le pare un po’ troppo ’pieno’?

"Più che pieno lo trovo complicato. Mai come questa volta i simboli rispecchiano, in qualche modo, una fase politica dove è appunto ’complicato’ mettere insieme aspetti diversi delle forze politiche, ci sono molti elementi tutti insieme, graficamente è un aspetto che si nota e non c’è dubbio che può creare difficoltà di lettura da parte dell’elettore..."

I simboli peggiori, mi pare di capire, sono quelli che non sono chiari...

"Assolutamente si. Oppure quelli che rispolverano simboli che non hanno avuto fortuna, come la sinistra-sinistra che ha ritirato fuori l’arcobaleno che, sappiamo, nel 2008 non gli ha certo portato fortuna...".

Forza Italia?

"È quello che conosciamo, probabilmente si vuole rassicurare l’elettorato con il riferimento al Ppe per chi li vede schiacciati sulla Lega. La bandiera italiana infatti si vede meglio"

Simboli inopportuni?

"Di quelli famosi sinceramente non ho visto nulla, ma al massimo non brillano per bellezza grafica, o troppo pieni o poco comunicativi sui contenuti ma ormai siamo abituati. È sicuramente l’elezione in cui ci saranno più simboli nello stesso cerchio, vuoi per superare le soglie di sbarramento, vuoi per la questione della raccolta firme".