Le Olimpiadi del terrore Il raid palestinese di 50 anni fa Solo ora il risarcimento tedesco

Accordo tra la Germania e i parenti delle vittime di Monaco 1972, ma la protesta non si placa "Quei 28 milioni non bastano, vogliamo la verità". Dai servizi segreti al rimpallo di responsabilità

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di Roberto Giardina

Per tutta l’estate, Monaco ha rievocato tra feste e autocelebrazioni le Olimpiadi del ´72. Ma la cerimonia più importante sarà il prossimo lunedì. Esattamente, cinquanta anni fa, il 5 settembre i terroristi di Settembre Nero attaccarono il villaggio olimpico. Presero in ostaggio gli atleti israeliani, finì con un massacro, un disastro per la Germania. Ieri, il governo tedesco ha infine offerto 28 milioni di euro ai parenti delle vittime, meno di mezzo milione a testa. Tutto bene? Ma alle famiglie non basta, e minacciano di disertare la cerimonia a cui parteciperanno il presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier, e il presidente israeliano, Isaac Herzog. Il risarcimento non spiega l’enorme ritardo. Per decenni Monaco, la Baviera, e lo Stato tedesco si sono palleggiate le responsabilità, come se si trattasse di un incidente stradale (i Giochi vengono organizzati da una città, non dalla nazione che li ospita).

Già nel ’72, fu versato un milione di Deutsche Mark, 700 milioni di lire al cambio di allora, ma dalla Croce Rossa per salvare la faccia. "Il denaro giunse con le bare", dichiara la signora Ankie Spitzer, la vedova di Andrei, il capo della squadra, e che è portavoce dei parenti. Nel 2002 la Germania pagò tre milioni di euro, in segno di buona volontà, non per un obbligo giuridico. A fine maggio, la ministra degli Esteri, la verde Annalena Baerbock, 41 anni, fece rispondere ai parenti da un funzionario: "Basta, Il caso è ormai chiuso". Da giugno i parenti protestano invano. Non chiedono più euro, ma che si faccia chiarezza sull’accaduto. Il dossier é sempre top secret. Non servono documenti per dimostrare gli errori commessi dalla polizia tedesca, ma si vuol fare luce sul retroscena. Da chi furono appoggiati i palestinesi in Germania per preparare l’attentato? Il commando di otto palestinesi entrò nel Villaggio senza trovare controlli, la sicurezza era molto bassa per non provocare paragoni sgraditi col regime nazista e i Giochi del ’36 a Berlino. Sembra che avessero le chiavi fornite dalla Germania Est. Presero undici atleti in ostaggio, due li uccisero subito, altri vennero torturati. Le autorità tedesche finsero di trattare per ore, e a tarda sera del cinque infine i terroristi con gli atleti israeliani furono condotti all’aeroporto di Fürstenfeldbruck, alla periferia di Monaco. A questo punto intervennero le forze speciali, e fu il caos. Non è ancora chiaro cosa avvenne: i nove israeliani furono uccisi, probabilmente anche da fuoco amico, con un poliziotto tedesco e cinque terroristi. Tre palestinesi furono catturati. I tedeschi agirono presi dal panico, preoccupati di venire accusati di non aver tutelato atleti ebrei, meno di 40 anni dopo la fine del III Reich.

Il primo incontro per preparare l’attacco avvenne il 15 luglio a Roma, tra membri di Al Fatah. Un sopralluogo fu compiuto a Monaco due giorni dopo, e ancora il 7 e il 24 agosto, senza venire notati dai servizi di controllo. I contatti tra i terroristi della Baader-Meinohf e i palestinesi erano molto stretti. Andreas Baader e alcuni suoi compagni furono addestrati in campi palestinesi, passando dalla Germania Est.

Il 13 febbraio del ’70 a Monaco, fu dato alle fiamme un ricovero per anziani ebrei: morirono sette sopravvissuti a Auschwitz. La colpa fu data a gruppi neonazisti, invece anni dopo si scoprì che erano stati elementi dell’estrema sinistra tedesca. È su questi aspetti che i parenti delle vittime vogliono che sia fatta luce. Ora sarà formata una commissione d’inchiesta mista, con tedeschi e israeliani. Difficile che si abbiano risposte chiare dopo mezzo secolo. Infine, il 29 ottobre del ’70, una domenica, i palestinesi dirottarono un Boeing 727 della Lufthansa, in volo da Damasco a Francoforte. Atterrati a Nicosia, chiesero la liberazione dei tre compagni catturati a Monaco. Ancora una volta, i tedeschi cercarono di guadagnare tempo, i tre furono portati a bordo di un aereo della Lufthansa a Monaco, che ritardò di ora in ora la partenza, finché il pilota decise di partire senza autorizzazione. Così almeno si disse. Ma Israele dubitò sempre di questa versione. La Germania aveva voluto liberarsi di prigionieri scomodi? Il Mossad, come racconta Spielberg nel film ’Munich’ (2005), diede per anni la caccia ai colpevoli, e li eliminò.